Agostino Bonalumi - vendita e valutazioni di opere e quadri dell'artista pittore

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Quanto vale un’opera di Agostino Bonalumi?

Il valore di un’opera di Agostino Bonalumi può variare notevolmente in base a diversi fattori, come la dimensione, il medium e la rarità dell’opera. I prezzi possono variare da poche migliaia di euro a oltre 100.000 euro. In generale, il valore di un’opera di Bonalumi può essere influenzato dalla sua rarità, dalla sua provenienza, dalla sua condizione e dalla domanda da parte dei collezionisti.

ELENCO DEGLI ARTISTI TRATTATI DALLA GALLERIA D’ARTE

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Biografia

Agostino Bonalumi nasce a Vimercate nel 1935. Sin da giovane si inserisce nell’ambiente artistico milanese. Qui ha modo di conoscere e frequentare Lucio Fontana, Piero Manzoni, Turi Simeti ed Enrico Castellani.

Dopo aver completato studi incentrati sulla tecnica e la meccanica, Bonalumi entrò nel mondo artistico milanese in giovane età, frequentando lo studio di Enrico Baj, dove ebbe modo di incontrare Lucio Fontana, Piero Manzoni ed Enrico Castellani.

Riconoscendo il declino dell’arte informale, collaborò con la rivista Azimuth, che proponeva un completo reset dell’esperienza artistica precedente, sottolineando un nuovo inizio basato su un rinnovato impegno verso il progresso sociale.

Questo reset venne attuato da Manzoni, Castellani e Bonalumi tramite l’uso di tele monocrome, spesso bianche, modellate con varie tecniche per creare effetti di luce e ombra al variare dell’angolazione della sorgente luminosa. Mentre Manzoni prediligeva materiali come caolino e cotone per i suoi Achromes, Castellani e Bonalumi esplorarono nuove strade studiando le potenzialità dell’estroflessione della tela, Castellani utilizzando chiodi e centine e Bonalumi inserendo sagome di legno e metallo dietro la tela.

L’opera di Agostino Bonalumi, pur mantenendo una costante fedeltà al suo medium artistico, è stata descritta da molti critici come estremamente creativa e sempre innovativa nella creazione di giochi di luce e ombra originali. Particolarmente significativi sono i lavori degli anni settanta-ottanta, con ombre prospettiche contrastanti rispetto alle normali fonti di luce, generando un effetto disorientante. Questo approccio rappresenta una rottura con gli standard pittorici tradizionali, ribaltando e distorcendo la prospettiva per creare un suo “punto di vista” in linea con il movimento primiano cui apparteneva.

La sua prima mostra personale risale al 1956 presso la Galleria Totti di Milano. Successivamente, nel 1958, espone con Castellani e Manzoni alla Galleria Pater di Milano, partecipando a mostre a Roma e Milano. Nel 1961, a Losanna, è tra i fondatori del gruppo ”Nuova Scuola Europea” alla Galleria Kasper.

Nel 1965 Arturo Schwarz organizzò una mostra personale di Bonalumi nella sua galleria milanese. Dal 1966 iniziò una collaborazione con la Galleria del Naviglio di Milano, pubblicando nel 1973 una monografia curata da Gillo Dorfles. Nello stesso anno fu invitato alla Biennale di Venezia con un gruppo di opere.

Bonalumi ebbe una personale sala espositiva alla Biennale di Venezia del 1970 e partecipò anche nel 1966 e nel 1986. Nel 1980 le sue opere furono esposte in una grande mostra personale al Palazzo Te di Mantova. Nel 2001 ricevette il premio del Presidente della Repubblica e nel 2002 presentò un’opera ambientale al Museo Guggenheim di Venezia. Ha partecipato anche a numerose altre mostre, tra cui la Biennale di San Paolo del Brasile (1966), la Biennale di Parigi (1968) e il Museum of Art di Fort Lauderdale, in Florida, nel 1981.

Nel 2006 ha ricevuto il Premio Artista dell’Anno. Le opere di Bonalumi sono molto ricercate dai collezionisti globali e vengono regolarmente scambiate nelle aste più prestigiose, come le celebri “Italian Sales” di Londra. Da non trascurare è l’attività poetica di Agostino Bonalumi, che ha pubblicato sei libri di poesia tra il 2000 e il 2010.

Nel 2018, Palazzo Reale di Milano, in collaborazione con il Museo del Novecento, ha dedicato una mostra antologica a Bonalumi, dal titolo Bonalumi 1958-2013, comprendente oltre 120 opere.

Mostre ed esposizioni di Agostino Bonalumi

Ecco una selezione delle mostre più significative:

Bonalumi, Castellani, Manzoni, Biasi, Rumney, Swan presso la Galleria Pater, Milano
Biasi, Bonalumi, Calos, Castellani, Dangelo, Fossati, Fraquelli, Gracco, Lavagnino, Manzoni, Orsenigo, Pignatelli, Recalcati, Scuderi, Sordini, Verga alla Galleria del Prisma, Milano
Deuxième Prix suisse de peinture abstraite presso la Galerie Kasper, Lausanne
Internationale Avant-Garde 1960 alla Galerietheater, Bern
Contemporary Italian Art all’Illinois Institute of Design, Chicago
Sculture da viaggio presso la Galleria Trastevere, Roma
11 artisti della “nuova scuola europea” alla Galleria d’Arte Il Canale, Venezia
Premio San Fedele per giovani pittori italiani presso la Galleria San Fedele, Milano
Europe 1962. Painting and Sculpture alla New Vision Centre Gallery, Londra
Zero alla New Vision Centre, Londra
Aktuell 65. neue tendenzen, arte programmata, anti-peinture, zero, null, recherche d’art visuel, recherche continuelle presso la Galerie Aktuell, Bern
33ª Biennale Internazionale d’Arte, Venezia
IX Bienal de São Paulo, São Paulo
Dix ans de peinture internazionale 1958-1968 al Casino de Montreaux
Confronto ’68 alla Galleria Sincron, Brescia
Biennale di Tokyo, Tokyo
Europalia 69 – Saison italienne. Art Aktuel en Italie / Actuelle Kunst in Italia al Palais des Beaux Arts, Bruxelles

VENDITA DELLE OPERE DI AGOSTINO BONALUMI, STIME E ACQUISTI

Per quanto riguarda la vendita dei quadri realizzati dal rinomato artista, si consiglia di contattare un’operatore di mercato al fine di studiare l’opera, capirne e giustificarne l’autenticità ed evitare qualsiasi tipo di problematica.

Affidarsi ad un operatore professionale vi semplificherà ogni procedura e massimizzerà il profitto che realizzerete dalla vendita dell’opera.

OPERE IN ESPOSIZIONE PERMANENTE

Le opere di Bonalumi sono una testimonianza tangibile di creatività senza tempo, una sintesi di forme e luci che hanno conquistato i cuori degli intenditori dell’arte contemporanea. La Biennale di Venezia, con il suo Archivio Storico delle Arti Contemporanee, ha saputo riconoscere l’importanza di questo artista, custodendo alcune delle sue opere più significative, offrendo una finestra sulla sua visione unica.

Le collezioni presenti in istituzioni prestigiose come il Centre Pompidou di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e il Mart di Trento e Rovereto hanno avuto il privilegio di accogliere capolavori di Bonalumi, testimonianze di un percorso artistico che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte contemporanea.

La Collezione Cesare Zavattini presso la Pinacoteca di Brera di Milano, la Collezione Intesa Sanpaolo a Milano, così come la Fondazione Solomon R. Guggenheim a Venezia e la Fondazione Biennale di Praga, celebrano e preservano il patrimonio di questo straordinario creatore.

Non si può ignorare l’incredibile impatto internazionale delle opere di Bonalumi, custodite in istituzioni quali il Museum of Art Fort Lauderdale in Florida, il Museu de Arte Moderna di Lisbona, il Städtische Museum Abteiberg di Möenchengladbach, la Slovenskà Narodnà Galerià di Bratislava e tante altre, che trasmettono il suo straordinario messaggio artistico a ogni angolo del globo.

La sua eredità artistica è anche testimoniata dalla sua presenza nelle collezioni dell’Istituto Italiano di Cultura a New York, nella JPMorgan Chase Art Collection, nella Collezione VAF-Stiftung e in innumerevoli altre istituzioni e collezioni private di grande rilevanza.

PRODUZIONE ARTISTICA DI BONALUMI

Attraverso la rivista Azimuth, Bonalumi ha contribuito all’affermazione di una nuova prospettiva artistica, puntando verso un azzeramento delle convenzioni precedenti per dar vita a un rinnovato patto con il progresso sociale. Insieme a Manzoni e Castellani, ha abbracciato l’uso di tele monocrome, spesso bianche, modificandole con varie tecniche per creare effetti cromatici e luminescenti.

La sperimentazione tecnica di Bonalumi è stata straordinaria: ha utilizzato centine, chiodi e sagome di legno e metallo per modificare la superficie delle tele, creando effetti di luce e ombra inediti. La sua creatività è emersa soprattutto negli anni settanta-ottanta, quando ha messo in scena ombre prospettiche in contrasto con le convenzionali fonti luminose, destabilizzando l’osservatore e rompendo gli standard pittorici tradizionali.