Biografia
GIANI Felice, pittore (San Sebastiano Curone 1758 –Roma 1823). Figlio di Giulio Domenico, mercante di grano, e di Angela Maria Callegari, passa la fanciullezza nel piccolo borgo tortonese della Val Curone, crocevia di aree culturali diverse lungo il tracciato delle antiche strade che collegavano Liguria, Piemonte, Lombardia ed Emilia.
La sua prima formazione avviene a Pavia presso il pittore Carlo Antonio Bianchi, indi si reca a Bologna, dove tra il 1778 ed il 1779 è allievo dei Gandolfi (più Ubaldo che Gaetano),di Domenico Pedrini e dell’architetto Vincenzo Mazza.
Trasferitosi a Roma si appassiona delle antichità classiche e prosegue gli studi con Pompeo Batoni e Cristoforo Unterberger. Abita in vicolo Sant’Isidoro e frequenta i vivaci cenacoli artistici della capitale, legando con i giovani artisti di cultura tedesca (Giuseppe Bergler, Michele Koch) attraverso i quali viene a conoscere le opere di Fussli e di Flaxman che avranno una notevole influenza sulla sua successiva evoluzione artistica. Ottiene due secondi premi in importanti concorsi: prima (1783) all’Accademia di San Luca con il bellissimo foglio (acquarello e china) Gesù caccia i mercanti dal tempio; poi (1784) all’Accademia di Belle Arti di Parma. La prima attività romana lo vede impegnato nelle decorazioni di Villa Borghese e di Palazzo Chigi. Tra il 1786 ed il 1788 soggiorna a Faenza dove affresca la grande Allegoria della Pace nella volta della Galleria dei Cento Pacifici e poi dipinge la scena centrale con Apollo e Fetonte nella galleria di Palazzo Conti. Un viaggio ad Ercolano e Pompei lo spinge ad usare rimandi archeologici nelle decorazioni di Palazzo Altieri a Roma, poi dal 1794 avvia un’intensa ed apprezzata attività di decoratore nelle residenze aristocratiche di diverse città emiliane e romagnole: a Faenza dove è il vero protagonista di quella cultura figurativa che avrebbe trasformato in breve il volto della città (vedi la galleria di Palazzo Laderchi e le sale di Palazzo Milzetti); a Bologna (vedi Palazzo Aldini e Palazzo Marescotti); a Forlì, a Ravenna e Ferrara. Nel 1811 è di nuovo a Roma per decorare gli appartamenti napoleonici al Quirinale, per poi approdare a Parigi, dove esegue le decorazioni, oggi perdute, di Villa Aldini a Montmorency.
Artista tra i più significativi dell’età neoclassica adotta uno stile composito: accanto a decise riprese e rielaborazione dell’antico, le sue opere presentano inconfondibili reminescenze manieriste. Allo stesso modo la fitta trama del disegno, sempre frammentata ed energica, conferisce una particolare enfasi ai suoi dipinti, rivelando un gusto espressionista e visionario.