Filippo de Pisis – Quotazioni

Siamo interessati all’acquisto e alla vendita di importanti opere del pittore Filippo de Pisis. Forniamo stime e valutazioni e informiamo su quotazioni, prezzi e valori.

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ELENCO DEGLI ARTISTI TRATTATI DALLA GALLERIA D’ARTE

Filippo de Pisis VENDITA, ARCHIVIO, VALUTAZIONI, QUOTAZIONI OPERE E QUADRI

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Valutazioni e valore opere di Filippo de Pisis

Opere su tela o tavola possono valere dai 4.000 ai 100.000 euro.

E’ molto importante il periodo di esecuzione, la qualità, il soggetto e le misure del quadro stesso, nonché la documentazione e la storia dell’opera.

Opere su carta, invece, possono valere dai 500 ai 5.000 euro, a seconda della tecnica, delle misure e della qualità dell’opera.

Biografia

Nacque a Ferrara nel maggio 1896, terzo di sette figli da Ermanno Tibertelli de Pisis, un nobile, e Giuseppina Donini. Il suo legame con la città di Pisa, patria degli antenati, fu confermato da un decreto ministeriale che riconobbe la sua discendenza da un personaggio storico del Ducato estense. La scrittrice e pittrice Bona de Pisis de Mandiargues era sua nipote, figlia del fratello Leone Tibertelli de Pisis. Si formò come pittore sotto Odoardo Domenichini a Ferrara e poi perfezionò le sue capacità con i fratelli Angelo e Giovan Battista Longanesi-Cattani. Nel 1916, si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna e si laureò nel 1920 con una tesi sui pittori gotici ferraresi sotto la guida di Igino Benvenuto Supino. Cominciò la sua carriera come scrittore e critico d’arte, contribuendo a diverse pubblicazioni.

La sua passione per la pittura lo portò a vivere in varie città come Roma, Venezia, Milano, Parigi e Londra, cercando nuovi ambienti culturali e artistici.

A Roma, frequentò la casa del poeta Arturo Onofri e fece amicizia con Giovanni Comisso. Durante il suo tempo nella città, iniziò a scrivere le novelle raccolte in “La città dalle cento meraviglie”. Espose per la prima volta i suoi disegni e acquerelli nel 1920 nella galleria di Anton Giulio Bragaglia accanto a opere di Giorgio de Chirico. Iniziò a farsi notare come pittore, influenzato da Armando Spadini. Le storie della Roma antica e le scoperte animate da curiosità nutrivano il suo spirito, dando vita a “Ver-Vert”: “un diario impudico di un poeta che diventava sempre più pittore”. Scriveva anche anticipando ciò che dipingeva nelle sue nature morte con paesaggi.

Il suo periodo a Parigi, iniziato nel 1925, rappresentò la sua maturità artistica. Dipinse en plein air come i grandi vedutisti e conobbe Édouard Manet, Camille Corot, Henri Matisse e i Fauves. In quegli anni realizzò alcune delle sue tele più celebri come “La grande natura morta con la lepre”, “Il bacchino” e “Natura morta con conchiglie”. Oltre alle nature morte, dipinse paesaggi urbani, nudi maschili e immagini d’ermafroditi. Espose con successo a Milano nel 1926 e a Parigi alla Galerie au Sacre du Printemps con la presentazione di De Chirico.

Pur esponendo principalmente a Parigi, mantenne presenza in Italia e scrisse per L’Italia Letteraria e altre riviste. Formò una forte amicizia con il pittore Onofrio Martinelli e condivise una casa-studio con lui a Parigi. Entrò a far parte del circolo degli artisti italiani a Parigi insieme a Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Renato Paresce, Severo Pozzati e il critico George Waldemar, che nel 1928 curò la prima monografia su De Pisis. Visitò Londra diverse volte, stringendo amicizia con Vanessa Bell e Duncan Grant.

Dopo un soggiorno a Londra nel 1939, tornò in Italia, stabilendosi a Milano. Espose alla Galleria Firenze di Firenze nel 1941 e si trasferì poi a Venezia nel 1943, dove si ispirò alla pittura di Francesco Guardi e di altri maestri veneziani del XVIII secolo. Partecipò attivamente alla vita culturale di Venezia, diventando mentore di artisti locali come Silvan Gastone Ghigi e Roberto Nonveiller.

Verso la fine di aprile del 1945, organizzò una serata musicale nel giardino del suo studio a Venezia, invitando uomini seminudi coperti solo da gusci di granceola da dipingere. L’evento venne interrotto da partigiani comunisti che arrestarono i partecipanti accusati di “mollezza borghese”. Dopo un breve soggiorno a Parigi nel 1947-1948, tornò in Italia con sintomi di una malattia che lo condusse alla morte. La XXV Biennale di Venezia gli dedicò una sala personale nel 1950, ma un divieto da Roma gli impedì di ricevere un premio a causa della sua sessualità. Morì nel 1956 a Milano.

De Pisis fu anche un poeta, influenzato da Giacomo Leopardi e Giuseppe Pascoli. Pubblicò una raccolta di poesie nel 1942 e un’edizione ampliata nel 1953.

La sua pittura, influenzata da Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Carlo Carrà, Édouard Manet e Renoir, attraversò diverse fasi stilistiche. Il suo stile metafisico iniziale evolvette in una pittura più spezzata e sincopata durante un soggiorno a Londra nel 1935. Le sue opere finali, realizzate durante la sua permanenza nella clinica a Brugherio, furono ispirate dai soggetti che trovava nella serra della struttura.

A partire dagli anni ’40, le opere di De Pisis furono oggetto di falsificazioni.

Mostre ed esposizioni di Filippo de Pisis

Filippo De Pisis ha partecipato a numerose mostre durante la sua carriera artistica. Alcune delle esposizioni più significative includono:

  • Esposizione Biennale d’arte della città di Venezia (1928, 1930, 1932, 1934, 1936, 1940, 1942, 1948, 1950)
  • Mostra personale alla Galleria Lidel di Milano presentata da Carlo Carrà (1926)
  • Mostre personali a Parigi presso la Galerie au Sacre du Printemps (1926)
  • Esposizione alla Galleria Firenze di Firenze (1941)
  • Mostra personale al Castello Estense di Ferrara (1950)

La sua presenza alla Biennale di Venezia fu particolarmente frequente e significativa per la sua carriera artistica, dando visibilità alle sue opere in contesti internazionali.

VENDITA DELLE OPERE DI Filippo de Pisis, STIME E ACQUISTI

Per quanto riguarda la vendita dei quadri realizzati dal rinomato artista, si consiglia di contattare un’operatore di mercato al fine di studiare l’opera, capirne e giustificarne l’autenticità ed evitare qualsiasi tipo di problematica.

Affidarsi ad un operatore professionale vi semplificherà ogni procedura e massimizzerà il profitto che realizzerete dalla vendita dell’opera.

OPERE IN ESPOSIZIONE PERMANENTE DI Filippo de Pisis

Le opere di Filippo De Pisis sono esposte in diversi musei, tra cui la Fondazione Biscozzi Rimbaud a Lecce, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma, il Museo Cantonale d’Arte a Lugano, il MAGI ‘900 a Pieve di Cento, il Museo Novecento a Firenze (nella Collezione Palazzeschi), il Museo del Novecento a Milano, la Pinacoteca di Brera a Milano e la Collezione Roberto Casamonti a Firenze.

PRODUZIONE ARTISTICA E ARCHIVIO DI Filippo de Pisis

Filippo De Pisis è stato un artista poliedrico e prolifico il cui lavoro abbracciava diverse forme artistiche. È principalmente noto per la sua produzione pittorica, che spaziava da paesaggi urbani a nature morte, ritratti e composizioni metafisiche.

Le sue opere più celebri includono:

  • Nature morte: De Pisis era rinomato per le sue nature morte, dipinte con una delicatezza e una capacità di catturare dettagli che le rendevano vive e suggestive. Le nature morte erano spesso composte da oggetti quotidiani come fiori, frutta, conchiglie e strumenti musicali.
  • Paesaggi urbani: Dipinse numerosi paesaggi urbani che catturavano l’atmosfera delle città in modo suggestivo. Le sue opere raffiguravano spesso scorci di Venezia, città che amava profondamente e che influenzò notevolmente la sua produzione artistica.
  • Ritratti: De Pisis realizzò anche diversi ritratti, tra cui alcuni di amici e personalità dell’epoca. Uno dei suoi ritratti più noti è quello dell’amico Mariano Rocchi.
  • Opere metafisiche: Nei suoi primi lavori, fu influenzato dallo stile metafisico, in particolare da artisti come Giorgio de Chirico e Carlo Carrà. Queste opere si caratterizzavano per ambientazioni oniriche, spesso con architetture enigmatiche e figure solitarie.

La sua tecnica pittorica si evolse nel corso degli anni, passando da uno stile più metafisico e figurativo a uno più spezzato e sincopato, influenzato anche da esperienze e contatti con altri artisti e movimenti culturali dell’epoca.

ELENCO DEGLI ARTISTI DI MAGGIORE INTERESSE DELLA GALLERIA:

CARLA ACCARDI

FRANCO ANGELI

GIACOMO BALLA

ALIGHIERO BOETTI

AGOSTINO BONALUMI

ANTONIO BUENO

ENRICO CASTELLANI

GIORGIO DE CHIRICO

FORTUNATO DEPERO

PIERO DORAZIO

TANO FESTA

GIOSETTA FIORONI

LUCIO FONTANA

PINOT GALLIZIO

RENATO MAMBOR

ACHILLE PERILLI

MICHELANGELO PISTOLETTO

ARNALDO POMODORO

MARIO SCHIFANO

GIULIO TURCATO