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Ignazio Affanni, nato il 22 marzo 1828 a Borgo San Donnino, oggi Fidenza, nella provincia di Parma, e deceduto il 29 luglio 1889 a Milano, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nella pittura storica e biblica del suo tempo. La sua vita, segnata da passioni artistiche e vicissitudini personali, si intreccia strettamente con gli eventi storici e culturali dell'Italia dell'Ottocento. Affanni iniziò il suo percorso formativo presso l'Accademia di Belle Arti di Parma, dove ebbe l'opportunità di studiare sotto la guida di maestri del calibro di Giovanni Battista Callegari, Francesco Scaramuzza, Giuseppe Gaibazzi e Francesco Pescatori. Questo periodo di formazione fu cruciale per lo sviluppo del suo stile, che si caratterizzò per la fusione tra il gusto accademico e influenze neoclassiche e romantiche. La sua partecipazione attiva nelle rivoluzioni del 1848-1849 testimonia non solo il suo impegno politico ma anche il contesto turbolento in cui visse e operò. Queste esperienze, unite alla sua formazione artistica, influenzarono profondamente la sua produzione pittorica, spesso incentrata su temi storici e biblici, esplorati con una sensibilità che rifletteva le tensioni e le aspirazioni del suo tempo. Nel 1859, Affanni ricevette uno stipendio per studiare a Firenze, un'esperienza che arricchì ulteriormente il suo repertorio artistico e gli permise di entrare in contatto con le correnti artistiche fiorentine. Al suo ritorno a Parma, ottenne numerosi riconoscimenti, tra cui la nomina ad accademico onorario a Napoli, che attestano il riconoscimento del suo talento e del suo contributo alla pittura italiana. Tra le sue opere più significative si annoverano "Gerolamo Savonarola in carcere", esposto all'Esposizione Universale del 1869 a Vienna, "La figlia di Iefte", "Bramante introduce Raffaello a Papa Giulio II" (1859), "Garibaldini congedandosi dalla sua famiglia" (1861, Palazzo Pitti), e "Rebecca si diletta nei braccialetti inviati da Isacco" (1862). Questi lavori, insieme a "L'esilio dei Medici da Firenze" e "Un concerto del XIV secolo", riflettono la sua abilità nel trattare temi storici e biblici con una profondità emotiva e una precisione storica. Affanni si dedicò anche alla pittura di affreschi, realizzando importanti cicli per la cappella di San Bernardo nel Duomo di Parma, dove esplorò storie della vita di San Bernardo con una maestria che testimonia la sua versatilità come artista. Nonostante i successi e i riconoscimenti, la vita di Ignazio Affanni fu segnata da difficoltà economiche che lo portarono a morire in povertà a Milano. Questa tragica conclusione della sua vita non oscura tuttavia il valore della sua opera, che continua a essere apprezzata per la sua capacità di catturare l'essenza del suo tempo attraverso la lente della pittura storica e biblica. Il nipote di Ignazio Affanni, Garibaldo Affanni, proseguì il legame della famiglia con il mondo dell'arte, affermandosi come scultore e mantenendo viva la memoria del talento e della passione del nonno. La storia di Ignazio Affanni rimane un esempio eloquente del ruolo dell'artista come testimone e interprete del suo tempo, capace di trasmettere attraverso la sua arte le complessità, le sfide e le aspirazioni della società in cui visse.
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