La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Giuseppe Alby ( Torino 1853 - 1890). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Giuseppe Alby, nato a Torino nel 1853 e scomparso nella stessa città nel 1890, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico del tardo Ottocento, nonostante la sua vita sia stata segnata da una prematura scomparsa all'età di soli 37 anni. La sua formazione artistica fu prevalentemente autodidatta, caratteristica che non gli impedì di sviluppare uno stile personale e riconoscibile, soprattutto nel genere del paesaggio. Alby trasse ispirazione principalmente dalla sua città natale, Torino, e dai suoi dintorni, riuscendo a catturare con delicatezza e sensibilità le scene di vita agreste e le bellezze naturali del Piemonte. Fu anche un appassionato cacciatore, esperienza che lo portò a conoscere profondamente la campagna e la montagna piemontese, temi ricorrenti nelle sue opere. Questa sua passione si rifletteva nelle numerose scene di caccia che dipinse, caratterizzate da un legame con la pittura di paesaggio romantica. Nel corso della sua carriera, Alby partecipò regolarmente alle esposizioni organizzate dalla Società promotrice delle belle arti di Torino dal 1878 al 1890, anno della sua morte. Le sue opere furono apprezzate per la scioltezza cromatica e per la capacità di trasmettere l'atmosfera e l'emozione dei paesaggi ritratti. Nonostante non abbia mai raggiunto una grande originalità, il suo contributo alla tradizione paesaggistica piemontese della seconda metà dell'Ottocento è indiscutibile. Negli anni Ottanta del XIX secolo, Alby trovò nuova ispirazione nei paesaggi della laguna veneta, che riuscì a ritrarre con notevole sensibilità cromatica e luministica. Queste opere, realizzate verso la fine della sua vita, dimostrano una vivace sensibilità luministica che lo colloca tra i novatori del suo tempo. Tra le sue opere più significative si ricordano "Vita tranquilla" (1875), "Anitrelle" (1879), "Sul mercato", "Fiori e farfalle" (1888), "A son tutti a losa", "Dicembre", "Imminente catastrofe", "Novembre", "Offerta a Venere", "Notizie del giorno", "Fuori tiro", e "Natura morta". Queste opere, attraverso la rappresentazione di scene di vita quotidiana e di paesaggi, offrono uno spaccato autentico e sincero della realtà rurale e naturale dell'epoca. Nonostante la mancanza di un mercato significativo per le sue opere durante la sua vita, molte delle quali rimasero di proprietà della sua famiglia, il suo talento è stato riconosciuto e celebrato postumo. Nel 1892, due anni dopo la sua morte, fu organizzata una retrospettiva delle sue opere alla Società promotrice delle belle arti di Torino, confermando il suo ruolo nel panorama artistico piemontese. Giuseppe Alby rimane una figura di rilievo nella pittura di paesaggio del tardo romanticismo in Piemonte, apprezzato per la sua capacità di catturare con sensibilità e delicatezza le sfumature della natura e della vita agreste. La sua opera, sebbene non abbia raggiunto una vasta notorietà a livello nazionale, continua a essere studiata e apprezzata dagli amanti dell'arte per la sua autenticità e per il contributo alla tradizione paesaggistica italiana.
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