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Silvio Allason, nato a Torino nel 1845 e deceduto nella stessa città nel 1912, è stato un pittore italiano noto principalmente per le sue rappresentazioni di paesaggi, marine e notturni al chiaro di luna. La sua vita e la sua arte si intrecciano strettamente con la città di Torino, dove ha vissuto e lavorato per gran parte della sua esistenza. Allason iniziò il suo percorso artistico sotto la guida del cugino maggiore, Ernesto Allason, da cui apprese le prime tecniche pittoriche. Questo legame familiare fu fondamentale per la sua formazione iniziale e lo influenzò profondamente nel suo approccio alla pittura di paesaggi. La sua educazione artistica proseguì all'Accademia Albertina di Torino, dove studiò sotto la guida di E. Gamba e A. Gastaldi per la figura, ma continuò parallelamente a perfezionare la sua tecnica paesaggistica, prima con il cugino Ernesto e, successivamente, con E. Perotti. La carriera di Allason prese una svolta decisiva quando, intorno al 1867, decise di abbandonare il suo impiego presso il Ministero della Guerra per dedicarsi interamente alla pittura. Questa scelta segnò l'inizio di un'intensa attività artistica che lo vide partecipare a numerose esposizioni in Italia e all'estero. Già nel 1869, Allason espose alla Promotrice di Torino, e nei successivi anni le sue opere furono accolte con favore sia dalla critica che dal pubblico, ottenendo riconoscimenti e successi notevoli, come nel caso del quadro "In agguato", lodato da V. Bersezio e acquistato da Tommaso Salvini. Allason si specializzò nella rappresentazione di effetti di chiaro di luna, una tematica che divenne una delle sue firme stilistiche più riconoscibili. Le sue opere, infatti, catturano con maestria la calma malinconica delle Alpi, l'impetuosità del mare e le atmosfere suggestive delle notti illuminate dalla luna. Tra i suoi lavori più noti si ricordano "A noi e Salvataggio", "Dopo la tempesta e Sconfitti", esposti a Torino nel 1880, e "Solitudine", presentato a Venezia nel 1887. Oltre ai paesaggi, Allason dipinse anche vedute di luoghi, città e paesi piemontesi e liguri, nonché marine e interni con figure, spesso ambientati in fondali accuratissimi. La sua abilità nel rappresentare la natura e gli ambienti urbani gli valse l'apprezzamento di critici d'arte come Massarani e Levi, che elogiarono in particolare i suoi notturni. Le opere di Allason sono presenti in collezioni pubbliche e private, testimoniando l'importanza e il valore del suo contributo al panorama artistico italiano dell'epoca. Tra i musei che conservano i suoi lavori si segnala il Museo Civico di Torino, che ospita diverse sue tele, tra cui "Episodio della persecuzione dei Valdesi", "Primi solchi", "Varazze" e "Castello di Montalto–Dora". La vita e l'opera di Silvio Allason si inseriscono in un contesto storico e culturale di grande fermento, quello della Belle Époque, periodo in cui l'arte e la cultura italiana conobbero una fase di straordinaria vitalità. La sua pittura, con le sue atmosfere evocative e la sua attenzione al dettaglio, continua a incantare e a suscitare interesse, offrendo uno sguardo unico e personale sul paesaggio italiano di fine Ottocento e inizio Novecento.
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