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Domenico Baccarini, nato a Faenza il 16 dicembre 1882 e morto nella stessa città il 31 gennaio 1907, è stato un artista italiano poliedrico, la cui breve vita è stata segnata da una fervida attività creativa nel campo della pittura, della scultura, dell'incisione e della ceramica. La sua formazione artistica iniziò presto, all'età di 12 anni, quando si iscrisse alla Scuola Comunale di Arti e Mestieri di Faenza, dove fu allievo di Antonio Berti per il disegno e di M. Campello per la plastica. Questi anni di formazione furono fondamentali per lo sviluppo delle sue abilità nel disegno e nella scultura, che lo portarono a esporre i suoi primi lavori pubblicamente già nel 1899. Nel 1901, grazie a una borsa di studio, Baccarini si trasferì a Firenze per frequentare l'Accademia di Belle Arti, un'esperienza che si rivelò cruciale per la sua crescita artistica. A Firenze strinse amicizia con altri artisti come Raul Dal Molin Ferenzona, Giovanni Costetti e Giuseppe Viner. Tuttavia, la sua permanenza a Firenze fu interrotta nel 1902 da un attacco di pleurite che lo costrinse a fare ritorno a Faenza per curarsi. Nonostante le difficoltà di salute, Baccarini non smise di lavorare e iniziò a produrre piccole plastiche decorative per le Fabbriche Riunite, oltre a dedicarsi alla pittura ad olio, al pastello e all'incisione. Nel 1903, Baccarini si trasferì a Roma, dove trovò un ambiente stimolante e un gruppo di amici e sostenitori che lo incoraggiarono nella sua arte. A Roma, lavorò come illustratore per il giornale "La Patria" e partecipò a una mostra organizzata dallo stesso giornale nel 1904. Tornato a Faenza, continuò a lavorare per la fabbrica di maioliche dei Fratelli Minardi e i suoi disegni furono esposti alla Biennale di Venezia del 1905, ricevendo l'ammirazione di Vittorio Pica, che lo invitò anche all'Esposizione d'Arte del 1906 a Milano. La vita di Baccarini fu segnata anche da una storia d'amore tormentata con Elisabetta Salvolini, detta Bitta, sua modella e musa ispiratrice. La loro relazione, iniziata nel 1903, fu caratterizzata da momenti di intensa felicità ma anche da dolorose separazioni, fino all'abbandono definitivo da parte di Bitta nel 1906. Questa esperienza influenzò profondamente l'opera di Baccarini, che nei suoi disegni e dipinti esplorò temi di intimità domestica e familiare, nonché la figura femminile, con uno stile che si discostava dalla tradizione ottocentesca per approdare a un'espressione simbolista e liberty. Nonostante la sua salute precaria, Baccarini continuò a lavorare instancabilmente, realizzando opere che spaziavano dalla scultura alla ceramica, dalla pittura all'incisione. La sua produzione artistica, sebbene interrotta prematuramente dalla morte a soli 24 anni, lasciò un segno indelebile nel panorama artistico italiano del primo Novecento. La sua capacità di esplorare e fondere diverse tecniche e stili, unita a una sensibilità unica per il dettaglio e l'espressione emotiva, rendono l'opera di Baccarini un prezioso testimone dell'evoluzione artistica di quel periodo. Domenico Baccarini morì a Faenza il 31 gennaio 1907, lasciando un'eredità artistica di grande valore, che continua a essere studiata e ammirata. La sua vita, segnata da una costante ricerca espressiva e da una profonda sensibilità artistica, lo ha reso una figura emblematica dell'arte italiana di inizio Novecento, capace di influenzare le generazioni successive e di mantenere vivo il suo ricordo attraverso le sue opere.
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