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Adolfo Belimbau, nato al Cairo il 16 dicembre 1845 e scomparso a Firenze nel 1938, è stato un pittore italiano di origine ebraica sefardita, la cui famiglia proveniva dalla Toscana. La sua vita e la sua arte si sono intrecciate con la storia e la cultura di due paesi, l'Egitto e l'Italia, e hanno risentito delle influenze culturali e artistiche di entrambi. Belimbau iniziò i suoi studi artistici a Livorno sotto la guida di Felice Provenzal dal 1962 fino al 1873. Tuttavia, a soli 17 anni, decise di intraprendere una carriera nel commercio, allontanandosi dall'arte per un periodo di 11 anni. Questa esperienza nel mondo del commercio, sebbene apparentemente distante dal suo percorso artistico, contribuì a formare una visione del mondo che più tardi avrebbe influenzato profondamente la sua opera pittorica. Ritornato all'arte, Belimbau si distinse per la sua capacità di catturare nella tela la vita quotidiana delle persone, con una particolare attenzione per le classi lavoratrici. La sua opera "L'uscita dal lavoro" è emblematica in questo senso, rappresentando una lunga fila di donne che escono da una fabbrica, immerse in chiacchiere vivaci dopo una giornata di lavoro. Questo interesse per la vita quotidiana e per le tematiche sociali lo accomunò ai Macchiaioli, movimento pittorico con cui condivise l'influenza e l'amicizia con artisti come Vittorio Matteo Corcos, Ulvi Liegi e Alberto Pisa. Nel corso della sua carriera, Belimbau partecipò a numerose mostre, tra cui quella di Belle Arti a Livorno nel 1886 e la Mostra di Venezia del 1887, dove presentò opere come "Aiselia" e "Prima del minuetto", quest'ultima particolarmente apprezzata per la sua leggerezza e riprodotta su importanti riviste dell'epoca. Con il passare degli anni, la sua pittura subì un'evoluzione verso temi più leggeri e idilliaci, spesso raffigurando scene di vita agiata e di svago. Questo cambiamento fu notato e talvolta criticato, come nel caso di Luigi Chirtani che osservò come Belimbau avesse abbandonato i temi della vita dura del popolo per dedicarsi a soggetti più consoni ai gusti della borghesia benestante. Nonostante le critiche, Belimbau continuò a esplorare nuovi temi e tecniche, mantenendo sempre un legame profondo con la realtà sociale e culturale del suo tempo. La sua opera "Una pagina d'Amore" e i paesaggi urbani come "Una fontana a Livorno" testimoniano la sua capacità di rinnovarsi artisticamente, pur rimanendo fedele alla sua visione del mondo. Nel corso della sua vita, Belimbau non si limitò alla sola attività artistica, ma fu anche un mecenate e promotore dell'arte. Fondò la Fondazione Livornese di studi ebraici "Adolfo Belimbau", contribuendo alla diffusione della cultura e dell'arte nella sua città adottiva, Livorno, e oltre. La sua eredità artistica è oggi riconosciuta e celebrata in Italia e all'estero, con le sue opere esposte in importanti gallerie e collezioni private. La vita e l'opera di Adolfo Belimbau rappresentano un ponte tra culture e epoche diverse, unendo l'Egitto e l'Italia attraverso la tela e il colore, e offrendo uno sguardo unico sulla società e sulla storia del suo tempo.
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