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Amedeo Bocchi, nato a Parma il 24 agosto 1883, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico del XX secolo. Figlio di Federico Bocchi, un decoratore, Amedeo ereditò dal padre la passione per l'arte, che lo portò a iscriversi giovanissimo all'Accademia di Belle Arti di Parma. Qui, sotto la guida di Cecrope Barilli, affinò le sue tecniche pittoriche e si diplomò nel 1901 con il massimo dei voti. La sua formazione artistica proseguì a Roma, dove si trasferì su consiglio di Barilli per frequentare la Scuola Libera del Nudo. La capitale divenne il luogo in cui Bocchi avrebbe trascorso gran parte della sua vita, arricchendo la sua arte attraverso l'incontro con correnti e artisti di spicco dell'epoca, come Gustav Klimt, Henri Matisse e Pierre-Auguste Renoir. La sua opera fu influenzata da vari stili, dal divisionismo al simbolismo, fino al liberty, pur mantenendo sempre una forte impronta personale. Nel 1906, Bocchi sposò Rita Boraschi, sua compagna di studi a Parma, e l'anno successivo nacque la loro unica figlia, Bianca. La morte prematura della moglie nel 1909 fu un duro colpo per l'artista, che trovò nella pittura un rifugio e una forma di espressione dei suoi sentimenti più intimi. Bianca divenne una delle sue muse principali, fino alla sua prematura scomparsa nel 1934, evento che segnò profondamente la vita e l'opera di Bocchi. Durante la sua carriera, Bocchi partecipò a numerose esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia, e ricevette importanti riconoscimenti, come la medaglia d'oro per il dipinto "Bianca in abito da sera" alla mostra di Monza del 1926. La sua produzione artistica spaziò dalla ritrattistica alla pittura di paesaggio, con una particolare attenzione per le figure femminili, che ritrasse con eleganza e sensibilità. Bocchi fu anche attivo nel campo della decorazione, lavorando a freschi e decorazioni murali per edifici pubblici e privati. Tra i suoi lavori più noti, le decorazioni per la Sala Consiliare della Cassa di Risparmio di Parma e per la basilica di Sant'Antonio a Padova, realizzate in collaborazione con altri artisti dell'epoca. Nel 1919, Bocchi si risposò con Niccolina Toppi, una giovane modella, con cui visse anni di felicità e successo. La sua casa e studio a Roma, nel rione Macao, divennero luoghi di incontro per artisti e intellettuali, consolidando la sua posizione nel panorama artistico romano. Negli ultimi anni della sua vita, Bocchi continuò a dipingere con passione, esplorando nuovi orizzonti artistici e affrontando temi legati alla vita quotidiana e al lavoro. La sua arte, caratterizzata da un uso sapiente del colore e da una profonda sensibilità umana, continua a essere apprezzata e studiata per la sua capacità di catturare l'essenza dell'eleganza e della bellezza femminile. Amedeo Bocchi morì a Roma il 16 dicembre 1976, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua opera è oggi conservata in musei e collezioni private in Italia e all'estero, testimoniando l'importanza e l'attualità del suo contributo alla storia dell'arte.
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