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Italico Felice Luciano Brass, nato a Gorizia il 14 dicembre 1870, è stato un pittore, scenografo e collezionista d'arte italiano, la cui vita e opera si intrecciano strettamente con la città di Venezia, divenuta la sua fonte d'ispirazione e il fulcro della sua attività artistica. Secondo figlio di Michele Brass e Maria Happacher, Italico Brass lasciò presto le orme paterne per dedicarsi alla sua passione per la pittura. All'età di 17 anni, Brass si trasferì a Monaco per seguire i corsi di pittura paesaggistica presso l'Accademia, sotto la guida di Karl Raupp. Tuttavia, deluso dall'ambiente monacense, decise di partire per Parigi, dove rimase per sette anni. In questo periodo, frequentò gli ateliers di William Bouguereau e di Jean Paul Lauens, che influenzarono profondamente i suoi esordi artistici. Durante il suo soggiorno parigino, Brass si allontanò spesso per tornare nelle zone d'origine, come dimostrano alcuni dei suoi lavori, tra cui "Chioggiotta" (1891) e "La Briscola", che gli valse la medaglia di bronzo al Salon degli Champs Elysées del 1893. Nel 1895, Brass sposò a Parigi la russa Lina Vidoff e si stabilì definitivamente a Venezia, città che divenne il leitmotiv della sua produzione artistica. La sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1910 con una mostra personale recensita positivamente da Ugo Ojetti segnò il successo definitivo della sua carriera. Seguì una mostra itinerante con più di 60 opere che toccò Budapest, la Germania e Parigi. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, Brass venne arruolato per documentare gli eventi bellici attraverso la pittura, realizzando opere come "Soldati a Palmanova" e "La chiesa degli Scalzi bombardata". Nel dopoguerra, oltre a partecipare a diverse edizioni della Biennale, espose alla mostra d'arte italiana contemporanea a Budapest nel 1936 e partecipò alla rassegna internazionale di Pittsburgh e alla Mostra del paesaggio contemporaneo italiano. Negli anni trenta, Brass si allontanò progressivamente dalla scena pubblica per dedicarsi allo studio e al collezionismo d'arte veneta. Entrò a far parte delle commissioni tecniche delle più importanti mostre d'arte antica veneziane, contribuendo significativamente alla valorizzazione del patrimonio artistico della città. Brass morì il 16 agosto 1943 nella sua casa veneziana a San Trovaso, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua opera è stata oggetto di riscoperta e valorizzazione in tempi recenti, con mostre dedicate che hanno permesso di approfondire la conoscenza del suo contributo alla pittura veneziana e italiana. La sua visione di Venezia, intima e popolare, lontana dai cliché turistici, ha catturato l'essenza di una città viva e pulsante, fatta di feste, riti ed eventi quotidiani. Brass ha saputo cogliere con sensibilità e maestria le sfumature di una Venezia minore, ma autentica, attraverso un dialogo fatto di luci e colori vibranti. La sua capacità di osservare e ritrarre una Venezia dei veneziani, con le sue tradizioni e la sua quotidianità, lo rende un artista unico nel panorama artistico del suo tempo. La sua eredità continua a vivere attraverso le sue opere, che testimoniano la profonda connessione tra l'artista e la città lagunare, e attraverso le iniziative culturali che ne celebrano il talento e la visione. Italico Brass rimane una figura emblematica della pittura veneziana, capace di trasmettere attraverso la sua arte la bellezza e la complessità di Venezia, città eterna e fonte inesauribile di ispirazione.
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