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Camillo Filippo Cabutti, nato a Bossolasco, in provincia di Cuneo, il 18 dicembre 1860, è stato un esponente significativo della pittura italiana, principalmente noto per i suoi paesaggi eseguiti in stile impressionista. La sua vita e la sua arte si intrecciano strettamente con le radici piemontesi, un legame che ha influenzato profondamente la sua produzione artistica. La formazione di Cabutti inizia all'Accademia Albertina di Torino, dove studia sotto la guida di Marco Calderini, un'esperienza formativa che plasmerà le sue tecniche pittoriche e la sua sensibilità artistica. Durante questi anni, Cabutti affina la sua capacità di catturare la luce e l'atmosfera, elementi distintivi che caratterizzeranno tutta la sua opera. La carriera di Cabutti prende avvio a Torino, città in cui risiederà per la maggior parte della sua vita. Già nel 1884, si fa notare esponendo opere come "Fusain", "Pascolo", "Sere nelle Langhe" e "All'ombra" a Torino, dimostrando una precoce maestria nel rappresentare la natura e i paesaggi delle Langhe, la regione che continuerà a ispirarlo per tutta la vita. La sua partecipazione a mostre e esposizioni si intensifica negli anni successivi, con presenze significative a Milano nel 1886, dove presenta "Crepuscolo invernale", "Mattino di gennaio" e "Il bosco in Febbraio", e alla Promotrice Exposition di Firenze, dove espone "Al rezzo dei castagni" e "Mattino della Valletta", quest'ultimo esposto anche a Venezia nel 1887. Una delle sue opere più celebri, "Mattino di primavera", dipinta nel 1907, trova oggi posto nella Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, testimoniando il riconoscimento ufficiale del suo talento e della sua importanza nel panorama artistico italiano. Questo dipinto, insieme ad altri capolavori come "Mattino" (1881) e "Inverno in Valle Belbo" (1888), riflette la capacità di Cabutti di trasmettere la bellezza mutevole delle stagioni e delle ore del giorno, catturando l'essenza dei paesaggi piemontesi con una sensibilità impressionista. La vita di Cabutti si conclude a Torino il 16 novembre 1921. La sua eredità artistica, tuttavia, continua a vivere attraverso le sue opere, che rimangono testimonianze preziose della sua profonda connessione con la terra natale e della sua maestria nel rappresentare la natura. Cabutti non è stato solo un pittore di paesaggi; è stato un interprete sensibile delle variazioni luminose e atmosferiche del Piemonte, un artista che ha saputo trasmettere l'emozione e la poesia insite nei panorami delle Alte Langhe. La sua produzione, prevalentemente dedicata alla pittura paesaggistica, si distingue per l'uso innovativo del colore e della luce, elementi che Cabutti manipola con abilità per evocare atmosfere e sentimenti. La sua tecnica, influenzata dall'impressionismo, si caratterizza per pennellate rapide e vibranti, capaci di catturare l'effimero gioco di luci e ombre che anima i suoi paesaggi. Nonostante la sua morte, l'opera di Camillo Filippo Cabutti continua a essere apprezzata e studiata, rappresentando un importante contributo alla storia dell'arte italiana. Le sue tele, esposte in collezioni private e pubbliche, continuano a incantare gli amanti dell'arte per la loro capacità di trasportare lo spettatore nelle serene e poetiche campagne piemontesi, testimoniando il talento e la sensibilità di un artista profondamente legato alla sua terra.
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