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Niccolò Cannicci, nato a Firenze il 29 ottobre 1846 e morto nella stessa città il 19 gennaio 1906, è stato un pittore italiano noto per le sue vedute urbane e rurali che spesso ritraggono l'intersezione tra il paesaggio urbano e industriale con quello rurale e pastorale. Figlio del pittore Gaetano Cannicci, Niccolò iniziò a ricevere le prime lezioni d'arte dal padre. La sua formazione artistica proseguì all'Accademia di Belle Arti di Firenze dal 1862 al 1865, dove studiò sotto la guida di Giuseppe Marrubini ed Enrico Pollastrini, partecipando anche alle classi di disegno dal nudo di Antonio Ciseri. Dopo gli studi, Cannicci frequentò il Caffè Michelangiolo, dove incontrò Giovanni Fattori e altri membri dei Macchiaioli, concentrandosi su paesaggi della Maremma e dell'area intorno a San Gimignano, dove visse con uno zio. La sua prima mostra avvenne all'Accademia nel 1872. Tre anni dopo, si trasferì a Parigi, dove rimase influenzato da Fattori, Egisto Ferroni e Francesco Gioli, ma venne anche esposto all'Impressionismo. Dal 1876, partecipò alle riunioni del "Comitato Decentralista", promuovendo maggiore autonomia per le accademie locali in Italia. Cannicci partecipò a diverse importanti esposizioni, tra cui l'Exposition Universelle del 1878 e una alla Royal Academy of Arts di Londra nel 1883, diventando un espositore regolare all'Esposizione Internazionale di Venezia dal 1887. La sua salute fisica e mentale fu fragile per gran parte della sua vita adulta. Dopo la morte della madre nel 1893, soffrì un crollo nervoso che lo portò a tentare il suicidio più volte, culminando nel suo ricovero presso l'ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena. Durante questo periodo, creò un album di ritratti dei malati di mente. Successivamente, si stabilì nel villaggio isolato di Montemiccioli, partecipando a esposizioni locali fino alla sua morte a Firenze all'età di cinquantanove anni. Il suo stile, come dimostrano opere quali "Le anitre" e "Gramignaie al fiume", evolse verso una maggiore luminosità e ricchezza cromatica. Cannicci ricevette i primi insegnamenti artistici dal padre Gaetano, un pittore paesista, e frequentò l'Accademia di Firenze sotto la guida di Enrico Pollastrini, partecipando anche alla Scuola Libera del Nudo di Antonio Ciseri. La sua salute cagionevole lo costrinse a trasferirsi presso la tenuta paterna del Poggetto, vicino a San Gimignano, dove sviluppò una ricerca più intimista e solitaria, concentrata sui paesaggi campestri, in particolare le colline senesi, sempre ritratte dal vero. Durante la sua carriera, Cannicci svolse un'intensa attività espositiva sia in Italia che all'estero, presentando le sue opere a Parigi, Londra, Torino e Venezia. Nonostante i gravi disturbi psichici che lo costrinsero a una degenza nell'ospedale psichiatrico di Siena, Cannicci continuò a creare, regalando a un amico "L'Album con i ritratti dei malati di mente". Superata la crisi, si ritirò a Montemiccioli, dove continuò a esporre e a ricevere riconoscimenti per il suo lavoro, confermando la sua tendenza alla solitudine e alla contemplazione fino alla sua morte.
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