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Giuseppe Carosi, nato a Roma il 13 aprile 1883, è stato un artista italiano poliedrico, noto per la sua pittura, incisione e acquerellismo. La sua formazione artistica iniziò presto, manifestando il suo talento già da giovane. All'età di tredici anni, nel 1896, fece il suo esordio esponendo un acquarello al pubblico all'Esposizione della Società Amatori e Cultori di Roma, raffigurante il "Ritratto del fratello". Carosi studiò all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove fu allievo di Dario Querci. Successivamente, approfondì i suoi studi all'Accademia "Raffaello Sanzio" sotto la guida di Augusto Bompiani e Paolo Bartolini, e completò la sua formazione artistica con Roberto Bompiani, specializzandosi nella figura umana. Durante la sua carriera, Carosi partecipò a numerose mostre e biennali, tra cui la sezione giovanile dell'Esposizione di Venezia e la XIV Internazionale con l'opera "L'ignorata". Fu presente anche alle Biennali romane e alla Prima Quadriennale romana, all'Esposizione d'Arte Sacra a Padova, alle mostre del Grigio-verde a Napoli e a varie esposizioni in città straniere. Il suo talento si espresse in diversi ambiti della pittura: ritratti, figure, paesaggi e decorazioni. Tra le sue opere più significative si annoverano "Cerere", "Maternità", "La nebulosa", "La casta Susanna", "Gli zampognari", e la decorazione del palazzo Vitali Rosati a Fermo. Altre opere degne di nota sono "Autunno", "L'angelo dei crisantemi", "Testa di Medusa", "Ritratto della contessa Gaby di Robilant", "Signorina S. Pina Vismara", "Ritratto di giovanetta" e "Assalto sul San Michele". Le sue opere furono esposte in prestigiose gallerie, come la ex-Galleria Mussolini a Roma con "Ritorno dalla trincea", e nella Galleria d'Arte Moderna. Inoltre, molte delle sue creazioni sono conservate in collezioni private. Carosi fu membro del Gruppo dei "25 della Campagna romana", un collettivo di artisti che si dedicavano alla rappresentazione della campagna romana. Oltre alla pittura, si dedicò anche all'acquaforte, una tecnica di incisione su lastre di metallo che gli permise di esprimere la sua arte in maniera diversa. La sua biografia è stata documentata da diversi storici dell'arte, tra cui A.M. Comanducci, che lo ha incluso nei suoi dizionari illustrati dei pittori e incisori italiani moderni e contemporanei, e L. Servolini, che lo ha inserito nel suo dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei. Giuseppe Carosi visse a Roma per tutta la vita, città che influenzò profondamente la sua arte e dove morì nel 1965. La sua eredità artistica continua a essere apprezzata e studiata, e le sue opere rimangono un importante contributo al patrimonio culturale italiano.
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