La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Tito Chelazzi ( San Casciano 1834 - 1892). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Tito Chelazzi nacque il 1° marzo 1834 a San Casciano in Val di Pesa, una cittadina vicino a Firenze. Figlio di una famiglia di eredi di Siena, Chelazzi inizialmente si dirige verso una carriera nella medicina, ma la sua passione per l’arte lo portò ad abbandonare i suoi studi medici per dedicarsi interamente alla pittura. Inizia la sua formazione artistica sotto la tutela di Alessandro Martini, artista locale, e successivamente iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Per un po’ Chelazzi lavora come assistente di Martini per restaurare un dipinto dell’Annunciazione del XIII secolo presso la Basilica della Santissima Annunziata. Le sue prime opere indipendenti furono le immagini della Madonna per le cappelle di diverse ville a Firenze e San Casciano. Nel 1859 Chelazzi si unì al 18° reggimento di Bersaglieri per lottare per l'indipendenza italiana. Dopo il suo servizio, trovò una posizione nello studio di Stefano Ussi, che sarebbe diventato un amico intimo. Nel 1861 Chelazzi e Ussi espongono insieme nella "Esposizione Nazionale delle Arti e dell'Arte" alla Stazione Leopolda. Chelazzi venne rielaborata nel 1866, all'inizio della Terza Guerra d'Indipendenza italiana, in un'unità guidata dal colonnello Menotti Garibaldi. Partecipò alla Campagna del Tirolo e fu vicino alla morte nella battaglia di Bezzecca. Al suo ritorno a Firenze, apre uno studio presso la Via degli Artisti, presso il Piazzale Donatello, specializzato in cantina, in particolare fiori e frutti. I suoi temi fioriti sono diventati molto popolari tra le signore nobili. Tra i suoi clienti più notevoli c’è Margherita de Savoya, che pagava 500 lire, una somma considerevole in quel momento, per un dipinto a margherita. La Reale ha anche mostrato apprezzamento per il suo lavoro; la famiglia reale del Württemberg ha commissionato decorazioni floreali per armadi, porte e finestre, e la duchessa Marie de Meclemburgo-Schwerin gli ha commissionato specchi decorati che sono ora nella sala da ballo del Palazzo Vladimir. Nonostante il suo successo e le sue connessioni con l'alta società, Chelazzi rimase timido e umile. Nel 1888 rifiutò gentilmente la nomina di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia. Negli anni successivi, la sua salute cominciò a deteriorarsi, rendendo difficile per lui rispettare tutte le commissioni ricevute. Nel 1891, l'editoriale milanese Fratelli Treves lo assunse per produrre illustrazioni per il "Libro dei Fiori" in quattro volumi. Purtroppo, egli poté completare il volume primaverile prima della sua morte il 12 aprile 1892 a Firenze. Il lavoro di Tito Chelazzi si caratterizza per la sua capacità di catturare la bellezza e la delicatezza dei fiori e dei frutti, che gli valgono un posto di rilievo tra i pittori vinicoli del suo tempo. Il suo patrimonio dura in collezioni pubbliche e private che ospitano le loro delicate composizioni.
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