La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Massimo DAzeglio ( Torino 1798 - 1866). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Massimo Taparelli d'Azeglio, nato a Torino il 24 ottobre 1798, è stato una figura poliedrica del Risorgimento italiano, distinguendosi come pittore, scrittore, politico e statista. Figlio del marchese Cesare Taparelli d'Azeglio e di Cristina Morozzo di Bianzè, crebbe in un ambiente nobiliare che gli permise di ricevere un'educazione raffinata, sebbene la sua vera passione fosse l'arte. Durante l'occupazione francese del Piemonte, la famiglia si trasferì a Firenze, dove Massimo ebbe modo di frequentare ambienti culturali di spicco e di avvicinarsi alla pittura. Dopo la caduta di Napoleone, d'Azeglio tornò a Torino per frequentare i corsi universitari, ma ben presto decise di dedicarsi completamente all'arte, trasferendosi a Roma per studiare pittura sotto la guida del maestro fiammingo Martin Verstappen. Fu in questo periodo che iniziò a dedicarsi a temi sentimentali e patriottici, esprimendo attraverso la sua arte il desiderio di libertà e indipendenza che animava l'Italia del tempo. Nel 1831, alla morte del padre, si trasferì a Milano, dove conobbe e sposò Giulia Manzoni, figlia del celebre scrittore Alessandro Manzoni. Questo legame rafforzò ulteriormente il suo interesse per la letteratura e la politica. D'Azeglio si distinse come pittore di paesaggi e scene storiche, esponendo le sue opere in diverse mostre e ottenendo un notevole successo. La sua pittura, caratterizzata da un realismo romantico, rifletteva il suo profondo amore per la natura e la sua attenzione per i dettagli storici e culturali. Parallelamente alla sua carriera artistica, d'Azeglio si avvicinò alla politica, diventando un fervente sostenitore del Risorgimento. La sua visione politica era influenzata da un profondo senso di patriottismo e da un desiderio di vedere l'Italia unita e indipendente. Fu eletto alla Camera dei deputati subalpina e, nel 1849, nominato presidente del Consiglio dei ministri da Vittorio Emanuele II, carica che mantenne fino al 1852. Durante il suo mandato, si impegnò per la pace con l'Austria e promosse riforme importanti, pur mantenendo una posizione moderata. D'Azeglio non abbandonò mai completamente l'arte, continuando a dipingere e a scrivere. Tra le sue opere letterarie più note ci sono i romanzi "Ettore Fieramosca" e "Niccolò de' Lapi", che riflettono il suo impegno civile e il suo amore per la storia italiana. La sua produzione artistica include paesaggi e scene storiche che mostrano un'attenta osservazione della natura e un profondo interesse per il passato. Massimo d'Azeglio morì a Torino il 15 gennaio 1866, lasciando un'eredità culturale e politica di grande rilievo. La sua vita e il suo lavoro sono testimonianza del suo impegno per l'Italia e per l'arte, rendendolo una delle figure più rappresentative del Risorgimento e un esempio di come cultura, politica e arte possano intrecciarsi nella vita di un uomo.
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