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Serafino De Avendaño, nato a Vigo, in Spagna, il 12 ottobre 1838 e deceduto a Valladolid il 23 agosto 1916, è stato un pittore di paesaggi e di genere che ha trascorso gran parte della sua vita in Italia, diventando italiano per elezione e per temperamento artistico. La sua formazione artistica iniziò a Madrid, presso l'Accademia di San Ferdinando, dove studiò sotto la guida di Antonio María Esquivel e Jenaro Pérez Villaamil. Questo periodo formativo fu cruciale per lo sviluppo del suo stile pittorico, che inizialmente mostrava l'influenza del paesaggista belga Carlos de Haes. Nel 1858, De Avendaño vinse una medaglia d'argento all'Exposición de Galiza per il suo acquarello "A miña tristura" (La mia tristezza), segnando l'inizio del suo riconoscimento come artista. La sua carriera fu caratterizzata da un costante sviluppo e da una ricerca artistica che lo portò a viaggiare estensivamente durante gli anni '60 del XIX secolo, visitando paesi come gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Francia e la Svizzera. Questi viaggi influenzarono notevolmente la sua arte, portandolo ad adottare una tavolozza più luminosa. Nel 1864, De Avendaño ottenne una medaglia alla prestigiosa Esposizione Nazionale di Belle Arti e, due anni dopo, grazie a una borsa di studio, si trasferì in Italia per approfondire i suoi studi. Rimase in Italia fino al 1891, periodo durante il quale visse principalmente nei dintorni di Genova. Qui entrò in contatto con la Scuola di Rivara, un gruppo locale di pittori paesaggisti, con cui condivise e sviluppò ulteriormente il suo interesse per la pittura en plein air. Durante i suoi anni in Italia, De Avendaño mantenne comunque stretti legami con la Spagna, tornando periodicamente per partecipare a esposizioni e lavorare sulla tenuta di famiglia vicino a Vigo. Dopo il suo ritorno definitivo in Spagna, fu membro di giurie artistiche e fornì illustrazioni per la rivista Blanco y Negro dal 1893 al 1911. Vinse altre due medaglie all'Esposizione Nazionale, nel 1892 e nel 1899, consolidando ulteriormente la sua reputazione come artista di spicco. La sua vita si concluse a Valladolid, dove si ritirò e dove morì di aterosclerosi nel 1916. Nonostante la sua morte, il suo lavoro continuò a essere esposto e apprezzato, con numerose mostre dedicate alle sue opere in Italia fino agli anni '30 del XX secolo. Le opere di De Avendaño spaziano da paesaggi fluviali e lacustri a scene di vita quotidiana e ritratti di donne galiziane, dimostrando la sua versatilità e la sua capacità di catturare la bellezza e l'atmosfera dei vari soggetti che dipingeva. La sua arte, che si colloca tra il Romanticismo e l'Impressionismo, è caratterizzata da una libertà e scioltezza nella resa cromatica e luministica, che emerge con particolare evidenza nei suoi paesaggi. Serafino De Avendaño lascia un'eredità artistica di grande valore, testimoniata dalle sue numerose opere conservate in collezioni private e musei. La sua vita e il suo lavoro rappresentano un ponte tra la tradizione pittorica spagnola e quella italiana, contribuendo significativamente allo sviluppo della pittura di paesaggio nel XIX secolo.
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