La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Marco DeGregorio ( Resina 1829 - Napoli 1876). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Marco De Gregorio, nato il 12 marzo 1829 a Resina, vicino a Napoli, e deceduto nel 1875 nella stessa città, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'arte del XIX secolo. La sua formazione artistica si svolse presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove, dopo il 1850, fu influenzato da maestri come Gonsalvo Carelli e Giacinto Gigante. La sua vita fu segnata da un profondo patriottismo, che lo vide partecipare attivamente alla lotta per l'unità d'Italia al fianco di Garibaldi nella battaglia del Volturno nel 1860. Dopo il ritorno in Campania, De Gregorio si stabilì a Resina, dove insieme a Giuseppe De Nittis e Federigo Rossano, fondò la Scuola di Resina, un gruppo di artisti che si distinse per un approccio innovativo alla pittura, focalizzato sul Morellismo e sulla rappresentazione del folklore locale. Questo gruppo, noto anche come la Repubblica di Portici, divenne un punto di riferimento per l'arte meridionale dell'epoca, attirando altri pittori come Raffaele Belliazzi, Alceste Campriani, Antonio Leto e Edoardo Dalbono. De Gregorio, grazie alla sua personalità vibrante, riuscì a distinguersi all'interno del gruppo per uno stile che, pur essendo parte di un movimento collettivo, manteneva una forte impronta individuale. La sua opera è caratterizzata da una ricca sintesi di stili, che riflette una profonda sensibilità personale e poetica. Verso il 1870, compì un viaggio in Egitto, che influenzò profondamente la sua produzione successiva, portandolo ad adottare temi orientalisti in alcune delle sue opere più tarde, come "Il Mercato Arabo" e "Ragazzi Egiziani", conservate oggi nel Museo d'Arte di San Martino. Tra le sue opere più significative si annovera "Lo Zappatore" del 1873, un ritratto di un lavoratore agricolo che, con le sue fattezze emaciate e i vestiti logori, rappresenta un omaggio alla stoica resistenza quotidiana della classe lavoratrice. Questo dipinto, in particolare, è stato lodato per la sua capacità di rappresentare la realtà dei lavoratori poveri senza idealizzazioni o proteste, ma con una fedeltà obiettiva alla loro condizione. La sua partecipazione alla vita artistica non si limitò alla pittura, ma si estese anche alla collaborazione con riviste e mostre, contribuendo attivamente al dibattito culturale del suo tempo. Nonostante la sua vita fosse segnata da difficoltà economiche e problemi di salute, De Gregorio non smise mai di esprimere attraverso la sua arte una visione profondamente umana e realista della società in cui viveva. Marco De Gregorio morì a Napoli nel 1875, lasciando un'eredità artistica che continua a essere apprezzata per la sua autenticità e per il suo contributo significativo al movimento artistico meridionale dell'Ottocento. La sua opera, profondamente radicata nella realtà sociale e culturale del suo tempo, rimane un punto di riferimento essenziale per la comprensione dell'arte italiana del XIX secolo.
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