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Mario De Maria, noto anche come Marius de Maria, nacque il 9 settembre 1852 a Bologna, Italia, in una famiglia con una ricca eredità artistica. Il suo trisavolo era stato direttore d'orchestra a San Pietroburgo, mentre il nonno paterno, Giacomo de Maria, era uno scultore neoclassico, allievo di Canova e insegnante presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Nonostante queste influenze artistiche, il padre di Mario era un medico e aveva intenzioni affinché il figlio seguisse la sua stessa carriera professionale. Tuttavia, Mario aveva altri piani per il suo futuro. Nel 1872, De Maria si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove studiò in modo discontinuo fino al 1878. Durante i suoi anni accademici, fu allievo di Antonio Puccinelli, ma ben presto iniziò a ribellarsi contro il classicismo della scuola. Trovò guida e ispirazione in Luigi Serra e coltivò amicizie con altri pittori bolognesi contemporanei come Raffaele Faccioli e Luigi Busi, nonché con artisti di altre città, tra cui Vincenzo Cabianca, Nino Costa, Vittore Grubicy e Giulio Aristide Sartorio. Dopo il 1894, De Maria si trasferì a Venezia, dove si dedicò principalmente alla pittura di vedute notturne della città. La sua passione per Venezia lo portò a progettare e costruire la Casa dei Tre Oci sull'isola della Giudecca nel 1912-1913, che divenne la sua residenza. Questa casa è un esempio significativo dell'architettura veneziana del tempo e riflette l'amore profondo che De Maria nutriva per la città. Le opere di De Maria furono esposte in numerose mostre durante la sua vita. Nel 1881, mentre risiedeva ancora a Bologna, partecipò a una mostra a Milano con "Il Chiostro dell'Abbazia di S. Gregorio". Nel 1883, dopo essersi trasferito a Roma, espose "Veduta di Piazza di San Trovaso al Chiaro di Luna". Nel 1886, divenne membro della Società Romana In Arte Libertas. Nel 1899, a Venezia, presentò "I cipressi della Villa Massimo" e "La fine di un giorno d'estate", quest'ultimo selezionato per l'Esposizione di Parigi del 1900. La critica dell'epoca riconobbe in De Maria un pittore che, attraverso le sue opere, manifestava una reazione contro il naturalismo dominante, proponendo un ritorno ai principi più classici dell'arte. Questa tendenza era vista come una testimonianza dell'evoluzione artistica in atto e del desiderio di esplorare nuove vie espressive. Alla Biennale di Venezia del 1907, le opere di De Maria furono esposte nella "Sala del sogno", accanto a quelle di altri artisti che condividevano una visione simile dell'arte, sottolineando ulteriormente il suo ruolo nel movimento artistico dell'epoca. Mario De Maria morì nel 1924, lasciando un'eredità di opere che continuano a essere apprezzate per la loro capacità di catturare la bellezza e l'atmosfera uniche delle scene notturne. La sua vita e il suo lavoro sono stati oggetto di retrospettive e studi, che hanno contribuito a mantenere vivo l'interesse per il suo contributo all'arte italiana. In sintesi, Mario De Maria fu un artista che attraversò e influenzò un periodo di transizione nell'arte italiana, ricordato soprattutto per le sue vedute notturne e per il suo amore per Venezia. La sua opera rappresenta un ponte tra il passato neoclassico e le ricerche moderne, testimoniando un momento di profonda riflessione e sperimentazione nell'arte italiana di fine Ottocento e inizio Novecento.
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