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Giovanni De Min, noto anche come Giovanni Demin, fu un pittore e incisore italiano nato a Belluno il 24 ottobre 1786. Figlio di Giuseppe, un conciapelli, e di Lucia Schiochet, governante presso Francesco Maria Colle, professore nell'ateneo di Padova, De Min crebbe in un ambiente che favorì il suo precoce interesse per l'arte. La sua formazione artistica iniziò sotto la guida di Ludovico Sergnano e Paolo de Filippi, entrambi esponenti del panorama figurativo dell'epoca. Nel corso della sua carriera, De Min si distinse per il suo stile neoclassico, un movimento che cercava di riscoprire e rivitalizzare gli ideali estetici dell'antichità classica. Questo stile si rifletteva nelle sue opere, che spesso presentavano temi storici e mitologici, caratterizzati da un forte senso di ordine, chiarezza e armonia formale. Durante gli anni di attività, De Min si dedicò a una vasta gamma di opere, che includevano grandi pale d'altare e polittici per committenze ecclesiastiche, così come dipinti di piccole dimensioni per clienti privati. Questi ultimi erano spesso di soggetto sacro e devozionale, come le raffigurazioni della Madonna col Bambino, che ripetevano uno schema compositivo tradizionale. Tra le sue opere più note, si annovera "Ercole al Bivio" del 1812, conservato nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Inoltre, De Min eseguì affreschi e opere su commissione che gli permisero di esprimere la sua abilità nel maneggiare temi storici e allegorici. Un esempio di ciò è il suo contributo al Palazzo Torlonia, dove rese omaggio a figure eroiche come Achille e Alessandro Magno. De Min fu anche un apprezzato incisore, una disciplina che gli permise di diffondere le sue opere e il suo stile a un pubblico più ampio. La sua abilità nell'incisione è testimoniata da varie stampe che circolavano all'epoca, contribuendo alla sua notorietà. Nel 1819, De Min si recò a Padova al seguito del bellunese Giovanni Demin, un'esperienza che probabilmente arricchì ulteriormente la sua formazione artistica. La sua rete di contatti si estendeva anche a Roma, dove entrò in contatto con l'ambiente artistico raccolto attorno ad Antonio Canova, uno dei massimi esponenti del neoclassicismo scultoreo. Nonostante la sua attività fosse prevalentemente concentrata nel Veneto, De Min ebbe modo di viaggiare e di entrare in contatto con altri artisti e committenti. Questo gli permise di rimanere aggiornato sulle tendenze artistiche del tempo e di arricchire il suo stile personale. La sua produzione artistica non si limitò alla pittura e all'incisione, ma comprendeva anche disegni preparatori per opere più grandi. Un esempio è il bozzetto per la predica di San Giovanni Battista nel deserto, che si ipotizza fosse destinato a una trasposizione a fresco. Questo disegno, di evidente gusto neoclassico, mette in luce la capacità di De Min di creare composizioni dinamiche e potenti. Giovanni De Min morì a Tarzo, presso Ceneda (oggi Vittorio Veneto), il 23 novembre 1859, lasciando un'eredità artistica significativa che testimonia il suo contributo al panorama artistico italiano del XIX secolo. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata per la qualità tecnica e per l'aderenza ai canoni estetici neoclassici, che hanno caratterizzato un'epoca di grande fermento culturale e artistico in Italia e in Europa.
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