La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Stefano Donadoni ( Somasca 1844 - Roma 1911 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Stefano Donadoni, nato a Somasca, Vercurago, nella provincia di Bergamo, il 1º ottobre 1844 e deceduto a Roma il 4 febbraio 1911, è stato un illustre pittore italiano dell'Ottocento, la cui arte si inserisce nella corrente del Vedutismo. La sua vita e la sua opera si snodano attraverso un periodo di grande fermento artistico e culturale in Italia, testimoniando la sua capacità di catturare l'essenza del paesaggio e dell'architettura con una sensibilità unica. Donadoni si formò come autodidatta, un percorso non insolito per l'epoca, che gli permise di sviluppare uno stile personale e distintivo. Già negli anni '70 del XIX secolo, iniziò a farsi conoscere esponendo le sue opere alle annuali dell'Accademia Carrara di Bergamo, guadagnandosi l'attenzione e l'apprezzamento del pubblico e della critica. La sua arte si caratterizza per la predilezione verso il genere del paesaggio, in particolare quello lombardo, ma non disdegnò di dedicarsi anche agli interni di chiese, dimostrando una versatilità e una profondità di sguardo notevoli. Nel 1881, Donadoni partecipò all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano, presentando tre dipinti che riscossero grande successo: "Bergamo antico", "Il capraro" e "Il palazzo della Ragione". Queste opere evidenziano la sua abilità nel catturare non solo la bellezza architettonica, ma anche l'atmosfera e lo spirito dei luoghi ritratti. L'anno successivo, nel 1882, si trasferì a Roma, città che divenne la sua seconda casa e fonte inesauribile di ispirazione. Qui, su un suo acquerello raffigurante una "Veduta del Foro romano", oltre alla consueta firma, compare un indirizzo, via degli Scipioni 222, che si presume fosse l'abitazione o lo studio romano del pittore. La maggior parte delle opere di Donadoni è conservata a Roma, presso il Gabinetto Comunale delle Stampe (palazzo Braschi) e presso l'Istituto nazionale per la grafica, Gabinetto Nazionale delle Stampe. In particolare, presso il primo dei due istituti è custodito un fondo di circa 400 acquerelli, tutti riproducenti monumenti, particolari architettonici o angoli scomparsi della città, realizzati tra il 1891 e il 1911. Questi anni furono caratterizzati da grandi mutamenti nell'assetto urbano di Roma, e Donadoni, con la sua opera, ha saputo documentare con precisione e sensibilità artistica tali trasformazioni. L'intenzionalità di carattere documentario delle sue opere sembra confermata dal fatto che quasi mai, nelle sue rappresentazioni, compaiono figure umane. Questa scelta stilistica suggerisce la volontà del pittore di non distrarre lo spettatore dalla attenta osservazione dei particolari architettonici e di veduta, conferendo alle sue opere un valore storico-documentario di grande rilevanza. Nel dicembre 1972, a palazzo Braschi, fu allestita una mostra dedicata a Donadoni, a cura della “Associazione degli amici dei musei di Roma”, segno dell'importanza e del riconoscimento che il suo lavoro ha continuato a ricevere anche dopo la sua morte. La sua fama come acquarellista, in particolare, rimane indiscussa, e le sue opere sono oggi considerate preziosi documenti storici oltre che espressioni di grande arte. La bibliografia su Stefano Donadoni include opere di A.M. Comanducci, che lo ha inserito nei suoi dizionari dedicati ai pittori italiani dell'Ottocento e ai pittori e incisori italiani moderni e contemporanei, confermando il posto di Donadoni nell'olimpo degli artisti italiani. Le sue opere, tra cui spiccano "Bergamo antica", "Il capraio", "Chiesa di San Salvatore a Bergamo", "Santa Maria Maggiore a Bergamo" e la "Cappella di Bartolomeo Colleoni a Bergamo", continuano a essere ammirate e studiate, testimoniando la sua capacità di trasmettere attraverso l'arte la bellezza e la complessità del mondo che lo circondava.
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