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Teodoro Duclère, nato a Napoli il 24 maggio 1812 in una famiglia borghese di origine francese, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico del XIX secolo, specialmente nell'arte paesaggistica. La sua vita e la sua opera si intrecciano strettamente con la città di Napoli e con la scuola di Posillipo, un movimento artistico che ha rivoluzionato il modo di concepire e rappresentare il paesaggio nella pittura italiana. Cresciuto in un ambiente culturalmente stimolante, Duclère dimostrò fin da giovane un'inclinazione naturale per l'arte. Nonostante la mancanza di informazioni dettagliate sui suoi anni formativi, è noto che la sua educazione artistica fu influenzata da Anton van Pitloo, pittore olandese trasferitosi a Napoli, che divenne suo suocero. Van Pitloo, considerato uno dei fondatori della scuola di Posillipo, ebbe un ruolo cruciale nello sviluppo stilistico di Duclère, introducendolo alla pittura en plein air, una pratica che consiste nel dipingere all'aperto per catturare direttamente la luce e i colori del paesaggio. La vicinanza con Giacinto Gigante, altro esponente di spicco della scuola di Posillipo, contribuì ulteriormente alla formazione artistica di Duclère, arricchendo il suo stile con nuove sfumature e sensibilità. Insieme, questi artisti esplorarono e rappresentarono i paesaggi campani con una freschezza e un realismo inediti, distaccandosi dalle convenzioni accademiche e dalle rappresentazioni idealizzate che avevano caratterizzato la pittura paesaggistica fino ad allora. L'opera di Duclère si distingue per la minuziosa attenzione ai dettagli e per l'accurata resa delle atmosfere, spesso costruite attraverso un rigoroso impianto geometrico. I suoi dipinti, ricchi di luce e colore, riflettono un profondo amore e una conoscenza intima del paesaggio napoletano, dalle coste rocciose di Posillipo ai pittoreschi scorci urbani, dai monumenti storici alle vedute marine, catturando l'essenza vibrante e mutevole della natura. Nonostante la sua dedizione alla pittura paesaggistica, Duclère non si limitò a questo genere. La sua versatilità artistica lo portò a esplorare anche il ritratto e la pittura di genere, dimostrando una notevole capacità di adattamento e un'ampia gamma espressiva. Tuttavia, fu nel paesaggio che trovò la sua vera vocazione, contribuendo significativamente all'evoluzione del genere in Italia. La carriera di Duclère fu segnata da un crescente riconoscimento sia in Italia che all'estero. Le sue opere furono esposte in numerose mostre e ottennero l'apprezzamento di critica e pubblico, consolidando la sua reputazione come uno dei maggiori paesaggisti del suo tempo. Nonostante ciò, Duclère rimase una figura relativamente discreta, dedicandosi con umiltà e passione alla sua arte fino alla morte, avvenuta a Napoli nel 1867. Oggi, le opere di Teodoro Duclère sono conservate in musei e collezioni private, testimoniando il suo contributo duraturo alla pittura paesaggistica italiana. La sua capacità di catturare l'essenza del paesaggio napoletano, con una sensibilità e una maestria tecniche che pochi hanno saputo eguagliare, lo rende una figura imprescindibile nella storia dell'arte italiana del XIX secolo.
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