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François-Xavier Fabre (1 aprile 1766 - 16 marzo 1837) fu un pittore francese noto per i suoi soggetti storici e i ritratti. Nato a Montpellier, in Francia, Fabre si formò inizialmente presso l'Accademia d'arte della sua città natale, per poi proseguire gli studi sotto la guida di Jacques-Louis David a Parigi, uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo. La sua carriera prese una svolta decisiva quando, nel 1787, vinse il prestigioso Prix de Rome, che gli permise di soggiornare a Roma per quattro anni presso l'Académie de France. Durante il periodo trascorso a Roma, Fabre consolidò il suo successo con opere come "La morte di Abele", accolta con entusiasmo al Salon del 1791. Tuttavia, le turbolenze della Rivoluzione Francese e le sue simpatie monarchiche lo spinsero a trasferirsi a Firenze nel 1793, dove rimase per gran parte della sua vita. A Firenze, Fabre si guadagnò il favore dell'aristocrazia italiana e dei turisti grazie all'eleganza, al realismo e alla precisione dei suoi ritratti. Divenne membro dell'Accademia Fiorentina e un apprezzato insegnante d'arte, collezionista e mercante. Tra i suoi mecenati vi fu il drammaturgo Vittorio Alfieri, e alla morte di quest'ultimo nel 1803, Fabre divenne il compagno della vedova, la principessa Louise di Stolberg-Gedern, contessa di Albany. Si dice che Fabre abbia ereditato la fortuna della contessa alla sua morte nel 1824, utilizzandola per fondare una scuola d'arte a Montpellier. Alla sua morte, lasciò la sua collezione d'arte alla città, formando il nucleo del Musée Fabre. Fabre è noto per una serie di ritratti di grande eleganza e precisione, tra cui quelli di Edgar Clarke, Vittorio Alfieri e Henry Vassall-Fox, Lord Holland. Tra le sue opere storiche si ricordano "Il moribondo San Sebastiano", "Il giudizio di Paride" e "La morte di Narciso". Fu anche maestro di Emilio Santarelli, un altro artista di rilievo. Il suo stile pittorico, influenzato dal Neoclassicismo, si caratterizzava per la semplicità e la disciplina, ispirandosi ai modelli dell'antica Grecia e Roma. Questo approccio si rifletteva non solo nei suoi soggetti storici, ma anche nei ritratti, dove cercava di catturare l'essenza e la dignità dei suoi soggetti con un realismo preciso. Nel corso della sua vita, Fabre si dedicò anche alla pittura di paesaggi e alla produzione di incisioni, sebbene rimanesse sempre fedele ai principi artistici di David. Il suo ritorno in Francia fu segnato da un crescente impegno per la sua città natale, Montpellier, dove fondò una scuola d'arte e curò le sue donazioni di libri, dipinti, disegni e opere d'arte. Il Musée Fabre fu inaugurato nel giorno della sua festa nel 1828, consolidando il suo lascito come uno dei più importanti collezionisti e mecenati dell'arte francese del suo tempo. La vita e l'opera di François-Xavier Fabre riflettono l'importanza del Neoclassicismo nell'arte europea di fine XVIII e inizio XIX secolo. La sua abilità nel ritratto e la sua dedizione alla promozione dell'arte e dell'educazione artistica hanno lasciato un'impronta duratura, testimoniata dal Musée Fabre a Montpellier, che continua a essere uno dei principali musei d'arte della Francia.
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