La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Giuseppe Falchetti ( Caluso 1843 - Torino 1916). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Giuseppe Falchetti, nato il 18 giugno 1843 a Caluso, vicino a Torino, in una modesta famiglia artigiana, è stato un pittore italiano noto per le sue nature morte e paesaggi, particolarmente apprezzato per le sue vivide rappresentazioni di vino e uva. Figlio di Battista, un falegname, e Maria De Rossi, Falchetti crebbe in un ambiente che, seppur umile, favorì il suo precoce interesse per l'arte. Trasferitosi a Torino in giovane età, Falchetti entrò nello studio di Giuseppe Camino come garzone e poi come apprendista, rimanendovi per cinque anni. Questo periodo fu cruciale per la sua formazione artistica; oltre all'apprendistato, Falchetti frequentava assiduamente la Galleria Sabauda, dove studiava da vicino i dipinti fiamminghi di natura morta e di paesaggio, che avrebbero avuto un'influenza significativa sul suo stile. Falchetti esordì giovanissimo nel 1862 alla Società Promotrice torinese, partecipando quasi ininterrottamente alle sue mostre per tutta la vita. Le sue prime opere esposte erano paesaggi boschivi di matrice romantica, chiaramente influenzati da Massimo D’Azeglio. Un esempio è "Il lago di Candia" del 1864, che racchiude una visione pittoresca tipica dei paesaggisti nordici, con una natura circondata da un'atmosfera di classicità. Tuttavia, Falchetti è maggiormente ricordato per le sue nature morte. Fino al 1913, partecipò assiduamente alle mostre Promotrici torinesi e, dal 1915 al 1918, anche a quelle del Circolo degli artisti. Inizialmente, ebbe successo prevalentemente a Torino, tra le famiglie dell’alta borghesia e della nobiltà, attratte dalle sue nature morte. Successivamente, acquisì popolarità anche all’estero, compiendo diversi viaggi per committenze in Europa. Un'opera significativa di questo periodo è "Prodotti d’Autunno", realizzata con un sapiente realismo e una delicata resa della luce. Nel 1876, il governo commissionò a Falchetti una serie di dipinti che esaltassero le uve italiane e i corrispondenti vini, ottenendo un grande successo e riconoscimento ufficiale. Questo incarico sottolinea l'importanza di Falchetti non solo come artista ma anche come promotore del patrimonio enologico italiano. Falchetti morì nel 1918 a Torino, lasciando un'eredità artistica significativa. Anche il figlio Alberto seguì le orme del padre e dello zio Michele, dedicandosi alla pittura. La vita e l'opera di Giuseppe Falchetti narrano le vicende umane e artistiche di un pittore che, nel corso della sua vita, seppe interpretare con maestria la pittura di paesaggio e di natura morta, influenzato dallo studio appassionato dei quadri fiamminghi e dalla chiara influenza di paesaggisti romantici come Massimo D’Azeglio. La sua abilità nel rappresentare con realismo e sensibilità i soggetti inanimati, insieme alla sua capacità di catturare l'essenza del paesaggio italiano, hanno fatto di Falchetti uno dei pittori più apprezzati del suo tempo. Le sue opere, ricche di dettagli e di una luce delicata che bagna i soggetti rappresentati, continuano a essere ricercate da collezionisti e appassionati d'arte, testimoniando la duratura eredità di questo artista nel panorama artistico italiano.
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