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Salvatore Fergola fu un pittore italiano nato a Napoli il 24 aprile 1799 e morto nella stessa città il 7 marzo 1874. Figlio dell'incisore di paesaggi Luigi Fergola e di Teresa Conti, Salvatore crebbe in un ambiente artistico che influenzò profondamente la sua formazione e la sua carriera. Ricevette un'educazione in letteratura e architettura, ma fu la pittura a catturare il suo interesse e a diventare il fulcro della sua vita professionale. Fergola si formò artisticamente seguendo le orme del padre e divenne un seguace di Jakob Philipp Hackert, un pittore tedesco che aveva lavorato a Napoli e che aveva anche istruito Luigi Fergola. Salvatore iniziò la sua carriera lavorando nell'Ufficio Topografico Reale, dove si occupava di vedute e paesaggi, un genere che avrebbe caratterizzato gran parte della sua produzione artistica. Il suo talento gli valse il favore della corte borbonica, che divenne una delle sue principali committenti. Nel 1819, il futuro Francesco I delle Due Sicilie commissionò a Fergola diverse vedute di Napoli, tra cui "Napoli da Capodimonte" e "Napoli da Ponte della Maddalena". Queste opere rivelano la capacità di Fergola di catturare la luce e l'atmosfera del paesaggio napoletano, contribuendo a consolidare la sua reputazione come uno dei principali esponenti della Scuola di Posillipo, un gruppo di artisti che si dedicavano alla rappresentazione del paesaggio naturale e urbano. Nel 1827, Fergola fu nominato professore onorario al Real Istituto di Belle Arti di Napoli, un riconoscimento che testimonia il suo prestigio nel campo artistico. Tra i suoi allievi si annoverano Achille Vertunni, Ignazio Lavagna e Giuseppe Benassai. Fergola fu spesso chiamato a commemorare eventi e lavori governativi attraverso le sue opere. Tra i suoi dipinti più noti vi sono "L'inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici", che rappresenta il primo tratto ferroviario in Italia, e la "Costruzione del primo ponte sospeso in ferro in Italia", il Ponte Real Ferdinando sul Garigliano. Questi lavori non solo documentano importanti sviluppi tecnologici e infrastrutturali dell'epoca, ma sono anche esempi significativi del suo stile pittorico, che combinava dettaglio topografico e celebrazione storica. Nel corso della sua carriera, Fergola si allontanò progressivamente dagli stilemi di Hackert, avvicinandosi a tematiche più romantiche e al concetto di Sublime, come si può osservare nei suoi dipinti di naufragi. La sua opera si arricchì anche di soggetti sacri e paesaggi storici, dimostrando una versatilità che gli permise di esplorare diversi generi pittorici. Tra le sue opere più significative si ricordano anche "Caino perseguitato dall'ira di Dio" e "Caino e Abele", che riflettono il suo interesse per i temi biblici, e "Gesù che placa la tempesta", che evidenzia la sua abilità nel rappresentare la forza degli elementi naturali. Fergola morì a Napoli nel 1874, lasciando un'eredità artistica di grande valore. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni e musei, tra cui il Museo di San Martino, il Palazzo Reale di Napoli e la Galleria dell'Accademia di Belle Arti di Napoli. La sua vita e il suo lavoro sono stati oggetto di studi e pubblicazioni che hanno contribuito a mantenere vivo l'interesse per la sua arte e per la Scuola di Posillipo, di cui è considerato uno degli esponenti più autorevoli.
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