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Giordano Bruno Ferrari, nato a Roma il 28 luglio 1887 e morto nella stessa città il 24 maggio 1944, è stato un pittore italiano di notevole talento e di profonda sensibilità artistica, la cui vita e opera si intrecciano strettamente con gli eventi storici e culturali del suo tempo. Secondogenito di Ettore Ferrari, scultore di rilievo, e di Maria Carolina Frey, Giordano Bruno Ferrari crebbe in un ambiente ricco di stimoli artistici, dove sin da piccolo manifestò un'innata predisposizione per l'arte, apprendendo i primi rudimenti del disegno nello studio del padre. La sua formazione artistica si consolidò all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove fu allievo di Enrico Coleman e Onorato Carlandi. Durante questi anni, Ferrari dimostrò di possedere un'autonoma personalità artistica, seguendo d'istinto la corrente divisionista che in quel periodo stava prendendo piede nell'ambiente romano, grazie anche agli insegnamenti di Giacomo Balla. L'amicizia con Pellizza da Volpedo, conosciuto a Roma nel 1906, fu determinante per lo sviluppo della sua già notevole sensibilità cromatica. Attorno agli anni '10 del Novecento, su invito di Carlandi, Ferrari entrò a far parte del Gruppo dei XXV della Campagna Romana, ricevendo il soprannome di "capretto" per un accenno di barbetta che stentava a crescere. Questo gruppo di artisti si dedicava alla rappresentazione della campagna romana, tema che Ferrari prese particolarmente a cuore, come dimostrano i numerosi studi, acquarelli, quadri ad olio e disegni da lui realizzati, molti dei quali furono esposti in una mostra personale organizzata dall'Associazione Artistica Internazionale di Roma nell'ottobre 1944. Oltre alla pittura paesaggistica, Ferrari si dedicò anche alla realizzazione di pitture figurative e decorazioni murali, tra cui spiccano quelle per il padiglione italiano all'Esposizione Universale di San Francisco del 1914. L'esplosione della Prima Guerra Mondiale lo colse proprio a San Francisco; tornato in Italia per arruolarsi, si distinse nella battaglia per Gorizia. Dal 1928 al 1938, Ferrari lavorò come segretario tecnico per la parte illustrativa della redazione della Enciclopedia Italiana, contribuendo significativamente al panorama culturale italiano del tempo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo l'armistizio dell'8 settembre, si impegnò attivamente nella Resistenza, prima come componente del Comitato d'Azione Nazionale e poi del Fronte Clandestino Militare di Resistenza, dedicando ogni sua attività ed energia alla causa della liberazione dell'Italia, fornendo preziose informazioni e prendendo parte ad azioni sul fronte interno. Arrestato dai tedeschi il 13 marzo 1944 e sottoposto a crudeli torture, Ferrari non rivelò mai informazioni sui suoi compagni o sull'organizzazione di cui faceva parte, manifestando tutto il suo disprezzo per i carnefici nazi-fascisti. Condannato a morte, affrontò l'esecuzione con stoica fermezza, rifiutando qualsiasi assistenza e rivolgendo l'ultimo pensiero all'Italia, nella certezza che sarebbe risorta libera e pura. Alla sua memoria fu conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare. La vita e l'opera di Giordano Bruno Ferrari rappresentano un esempio luminoso di come l'arte e l'impegno civile possano intrecciarsi, testimoniando il coraggio e l'ideale di libertà di un artista che ha saputo unire il talento pittorico all'amore incondizionato per la sua terra e per i valori di giustizia e libertà.
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FRANCO ANGELI
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