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Johann Jakob Frey nacque a Basilea, in Svizzera, il 27 gennaio 1813, in una famiglia con una forte inclinazione artistica. Suo padre, Samuel Frey, era un pittore e incisore, e fu lui a impartire le prime lezioni di pittura al giovane Johann. Questo ambiente familiare fu fondamentale per lo sviluppo delle sue capacità artistiche e per la sua futura carriera. Frey iniziò a viaggiare in giovane età, con Parigi che divenne la sua prima destinazione significativa. Lì, trascorse intere giornate nelle gallerie del Louvre, esercitandosi nella copia di paesaggi fiamminghi del XVI e XVII secolo. Questa esperienza fu cruciale per la sua formazione artistica e influenzò profondamente il suo stile. Dopo un breve ritorno a Basilea nel 1834, si trasferì a Monaco di Baviera, dove entrò in contatto con l'arte di Carl Rottmann, un altro paesaggista che avrebbe avuto un impatto significativo sul suo approccio alla pittura di paesaggi. Nel 1836, Frey raggiunse Roma, anticipando di due anni la data che molti studi critici avevano precedentemente ipotizzato per il suo arrivo in Italia. A Roma, stabilì il suo primo studio presso l'Accademia Austriaca nel Palazzo Venezia e iniziò a viaggiare nei dintorni della città, fino a Napoli, dove incontrò i pittori della Scuola di Posillipo, che influenzarono ulteriormente il suo stile. La svolta nella carriera di Frey avvenne nel 1842, quando si unì a una spedizione in Egitto ed Etiopia sponsorizzata dal governo prussiano e guidata dall'archeologo Richard Lepsius. Questa esperienza fu breve a causa di problemi di salute che costrinsero Frey a tornare in Europa nell'agosto del 1843. Tuttavia, il tempo trascorso in Africa lasciò un'impronta indelebile sul suo lavoro, come dimostrano i temi orientali che iniziò a esplorare nei suoi dipinti successivi. Dopo un soggiorno di un mese ad Atene, Frey tornò a Roma, dove si dedicò alla pittura di paesaggi ispirati alle sue esperienze africane. Questi lavori furono accolti con grande entusiasmo dal pubblico. A causa dell'instabilità politica a Roma nel 1848, Frey riprese a viaggiare, visitando Francia, Inghilterra, Svizzera e Spagna, dove dipinse diverse vedute della Sierra Nevada, Granada e Siviglia. Nel 1858, Frey stabilì uno studio presso l'Hotel de Russie a Roma, diventando un punto di riferimento per molti artisti, in particolare tedeschi, che potevano visitarlo e trarre ispirazione dal suo lavoro. Durante questi anni, continuò a viaggiare nella campagna romana insieme al suo amico Ferdinand Gregorovius, uno storico e letterato tedesco che descrisse le loro escursioni nelle sue opere. Johann Jakob Frey morì il 30 settembre 1865 a Frascati, al culmine della sua carriera. La sua tomba, decorata con motivi egizi, si trova nel Cimitero Acattolico di Testaccio a Roma. Frey lasciò un'eredità artistica significativa, con opere che riflettono la sua abilità nel catturare la luce e l'atmosfera dei paesaggi che dipinse. Le sue vedute italiane, in particolare, sono molto apprezzate e continuano a essere ricercate dai collezionisti e dagli amanti dell'arte. La sua produzione artistica è caratterizzata da un'attenta osservazione della natura e da una sensibilità particolare per la luce e il colore, che gli permisero di creare paesaggi vividi e atmosferici. Frey fu anche un maestro nel disegno, come dimostrano i numerosi schizzi e studi preparatori che realizzò nel corso della sua vita. Nonostante le difficoltà incontrate durante i suoi viaggi, come quelle durante la spedizione in Egitto, dove perse molti dei suoi disegni a causa di tempeste di sabbia e attacchi di predoni, Frey non smise mai di cercare nuove fonti di ispirazione e di perfezionare la sua arte. La sua opera è un prezioso testimone dell'evoluzione del paesaggismo nel XIX secolo e del ruolo che l'Italia, con i suoi paesaggi e la sua luce unica, ha giocato nello sviluppo di questo genere artistico.
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