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Luigi Gainotti, nato a Parma il 29 ottobre 1859 e deceduto a Genova il 4 giugno 1940, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico, soprattutto in Liguria. Figlio del pittore Ireneo Gainotti, Luigi si trasferì in giovane età a Genova, dove iniziò il suo percorso artistico sotto la guida di Nicolò Barabino, un influente pittore dell'epoca. La sua formazione proseguì all'Accademia Ligustica di Belle Arti, dove ottenne vari riconoscimenti, tra cui medaglie nel 1877 e nel 1879. Già a diciannove anni, Gainotti dimostrò il suo talento realizzando un grande e complesso affresco, l'Adorazione dei Re Magi, nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie a Sampierdarena. Quest'opera, ispirata da un soggetto simile realizzato da Barabino sette anni prima, evidenziò la capacità di Gainotti di distinguersi dal suo maestro, avvicinandosi a una pittura più realistica, soprattutto nell'esecuzione delle figure. Nel 1893, Gainotti fu nominato Accademico di merito alla Ligustica e direttore della scuola di nudo, riconoscimenti che sottolineano l'importanza del suo contributo all'arte e alla formazione artistica in Liguria. La sua produzione artistica fu vasta e diversificata, spaziando da affreschi religiosi e civili a ritratti, dimostrando una notevole versatilità e maestria tecnica. Collaborò intensamente con lo studio di Nicolò Barabino a Genova e, saltuariamente, con il Semino, guadagnandosi il soprannome di "pittore delle cento chiese" per il suo contributo significativo alla decorazione di numerosi edifici sacri. Tra le sue opere più note si ricordano il dipinto La Domenica delle Palme in Valle Stura, La Madonna di Pompei nell'Abbazia di San Matteo, e il Sacro Cuore nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie di Genova. Una delle sue realizzazioni più importanti, purtroppo andata distrutta, fu l'affresco della volta del Teatro Carlo Felice, eseguito nel 1892. Un altro grande affresco è rappresentato da una coppia di vaste mezzelune, sovrastanti gli organi maggiori della Collegiata di Nostra Signora delle Vigne. Le sue opere sono conservate in numerose chiese e collezioni private, testimoniando la sua abilità nel catturare la spiritualità e l'umanità dei soggetti rappresentati. Oltre agli affreschi e ai dipinti di soggetto religioso, Gainotti si dedicò anche alla pittura di cavalletto, in particolare paesaggi, dove la sua espressività trovava libero sfogo, lontano dalle committenze ufficiali. In queste opere, l'artista manifestò una maggiore spontaneità, soprattutto nel raffigurare putti, angeli, amorini e cherubini, liberandosi dagli insegnamenti dell'arte ufficiale e mostrando il suo vero sentimento. La sua attività artistica, legata alla soggettistica sacra, rimase fedele alla tradizione accademica, pur assumendo aspetti di sobrietà e semplicità, specialmente nella disposizione armonica delle figure. Luigi Gainotti fu anche un attivo membro della commissione per le elezioni della giunta Superiore di Belle Arti e dell'Associazione Nazionale degli artisti di Firenze, città nella quale operò a fianco del Barabino, anche dopo la morte del pittore Francesco Semino. In conclusione, Luigi Gainotti fu un artista di grande talento e versatilità, la cui opera ha arricchito il patrimonio artistico italiano, in particolare quello ligure. La sua capacità di fondere tradizione e innovazione, insieme alla profonda umanità delle sue rappresentazioni, lo rendono una figura di spicco nella storia dell'arte italiana tra Ottocento e Novecento.
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