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Luigi Galli, nato a Milano in una data non precisamente identificabile del 1817, si distinse come una figura emblematica nel panorama artistico italiano dell'Ottocento. La sua formazione artistica prese avvio nel decennio 1835-45 presso l'Accademia di Brera, dove fu allievo del pittore neoclassico Luigi Sabatelli. Durante questi anni formativi, Galli fu influenzato non solo dal suo maestro ma anche dalle opere di Andrea Appiani e Giuseppe Bossi, figure di spicco dell'ambiente artistico milanese dell'epoca. Nonostante le scarse testimonianze dei suoi primi anni di attività, è noto che Galli si trasferì a Roma nel 1845, dove la sua carriera prese una svolta significativa. In questo periodo, si unì agli altri volontari della Repubblica Romana, dimostrando non solo il suo impegno artistico ma anche una forte coscienza civile e politica. La sua vita a Roma fu caratterizzata da una serie di episodi bizzarri, che divennero sempre più frequenti nell'ultima fase della sua vita, segnata da un aggravamento delle condizioni fisiche e da una precarietà materiale endemica. Nonostante queste difficoltà, Galli continuò a godere della stima dei suoi colleghi e amici, nonché della committenza di famiglie in vista. Tra le opere commissionategli, spiccano il ritratto di Gabriellino D'Annunzio, il Ritratto del pittore Belisario Gioia e quello di Carlo Ferrari, quest'ultimo di ubicazione ignota. La sua produzione artistica non si limitò alla pittura di ritratti; infatti, nel 1886, Galli presentò al teatro Costanzi di Roma un fantasioso progetto "del commercio col cielo e le cinque più cospicue amministrazioni fiumi e laghi", testimoniando così la sua inclinazione verso l'innovazione e l'originalità. Uno degli episodi più curiosi della sua vita fu la farsesca conferenza "filosofica ed astronomica" tenutasi il 15 aprile al teatro Rossini a Roma, durante la quale Galli promise di rivelare l'avvenire del mondo. Questo evento, insieme alle sue iniziative artistiche e alle sue opere, contribuì a consolidare la sua reputazione di artista eclettico e di personalità stravagante. Tra le sue opere più apprezzate, il Ritratto della contessa Fini, esposto nel 1921 alla prima Biennale romana e nella sezione del ritratto italiano, ricevette particolare riconoscimento. Altre opere degne di nota includono il ritratto di don Alessandro Torlonia e quello dello scrittore Giacinto Stiavelli, quest'ultimo particolarmente interessante per le soluzioni che sembrano anticipare l'approccio prefuturista di Giacomo Balla, per gli effetti creati dalla luce artificiale. Nonostante le divergenze nelle fonti riguardo alla data di nascita di Galli, con alcune che lo indicano nato nel 1820 e altre nel 1822, è universalmente riconosciuto che il pittore morì a Roma nel settembre del 1900. La sua vita, segnata da un costante impegno artistico nonostante le avversità personali e materiali, lo rende una figura di spicco nella storia dell'arte italiana dell'Ottocento. La sua eredità artistica, caratterizzata da un profondo senso del colore e da una tecnica pittorica raffinata, continua a essere oggetto di studio e ammirazione. Le sue opere, esposte in importanti gallerie e collezioni, testimoniano la sua capacità di catturare l'essenza dei suoi soggetti con sensibilità e maestria, rendendo Luigi Galli un artista indimenticabile nel panorama artistico italiano.
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