La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Raffaello Gambogi ( Livorno 1874 - 1943). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Raffaello Gambogi nacque a Livorno il 27 luglio 1874, in una famiglia di estrazione piccolo-borghese. La sua carriera artistica iniziò in modo autodidatta, beneficiando dei consigli del pittore Angiolo Tommasi. La svolta nella sua formazione avvenne nel 1891, quando grazie a una borsa di studio concessa dal Comune di Livorno, poté trasferirsi a Firenze per frequentare l'Accademia di Belle Arti. Qui, Gambogi ebbe l'opportunità di studiare sotto la guida di Giovanni Fattori, diventando uno dei suoi allievi prediletti. Questo periodo fu cruciale per la sua formazione artistica, permettendogli di entrare in contatto con l'ambiente artistico fiorentino e di avvicinarsi alla poetica macchiaiola, che ben presto integrò nel suo linguaggio pittorico. Nel 1892, all'età di diciotto anni, Gambogi si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Firenze, un passo fondamentale nella sua carriera. Fu proprio in questo contesto che ebbe modo di incontrare e essere influenzato da Angiolo Tommasi, sotto la cui guida creò uno dei suoi quadri più iconici, "Gli emigranti", nel 1894. Quest'opera rappresenta un chiaro tributo all'insegnamento e all'ispirazione ricevuti da Tommasi, evidenziando l'impatto significativo che quest'ultimo ebbe sulla sua evoluzione artistica. Gambogi si distinse per la sua capacità di rappresentare scene di vita quotidiana, paesaggi urbani e ritratti con una sensibilità particolare verso gli effetti della luce e del colore. Tra le sue opere più note, si ricordano "L'uscita della messa", premiata con il Premio Firenze nel 1896, "All'ombra", esposta all'Esposizione di Belle Arti accanto alla Festa dell'Arte e dei Fiori a Firenze, e "Cantire", inviata all'Esposizione Nazionale di Belle Arti a Torino nel 1898. Un esempio significativo del suo lavoro è "La veduta sul porto di Livorno", che mostra Livorno come una moderna città portuale, e "Gli emigranti", che ritrae una famiglia in un affollato molo. Nel 1898, Gambogi sposò Elin Danielson-Gambogi, una pittrice finlandese di spicco, con la quale formò un sodalizio artistico e personale. La coppia si trasferì a Torre del Lago, vicino a Livorno, dove Gambogi approfondì ulteriormente le sue ricerche su luce e colore, influenzato dall'ambiente e dalla comunità artistica locale. Durante i frequenti soggiorni in Finlandia con la moglie, Gambogi arricchì la sua tavolozza di suggestioni nordiche, mantenendo però sempre un legame con il naturalismo che lo aveva sempre caratterizzato. All'inizio del Novecento, la coppia si trasferì ad Antignano, un quartiere nella parte meridionale di Livorno. Fu in questo periodo che Gambogi iniziò a manifestare i primi segni di una malattia nervosa, che lo portò a frequenti ricoveri nell'ospedale psichiatrico di Volterra. Dopo la morte della moglie nel 1919, la sua condizione peggiorò, e i suoi ricoveri divennero più frequenti. Nonostante ciò, continuò a dipingere, ispirandosi ai pazienti e alla vita nell'istituto. Le sue ultime opere sono caratterizzate da un realismo più marcato, prima dell'abbandono definitivo della pittura nel 1922. Raffaello Gambogi morì a Livorno l'8 febbraio 1943, dopo aver trascorso gli ultimi anni della sua vita in relativa solitudine. La sua eredità artistica rimane significativa, come testimoniato dalle sue opere conservate in musei e collezioni private. Gambogi è ricordato come uno dei pittori più significativi del movimento Postmacchiaiolo, capace di catturare con sensibilità e maestria la vita e i paesaggi del suo tempo.
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