La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Luigi Garibbo ( Genova 1782 - Firenze 1869). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Luigi Garibbo, nato a Genova nel 1782 e deceduto a Firenze il 12 gennaio 1869, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico del XIX secolo, principalmente in Liguria e Toscana. La sua vita e la sua opera si intrecciano con la storia e l'evoluzione della pittura italiana dell'epoca, rendendolo una figura di spicco nel vedutismo, un genere pittorico focalizzato sulla rappresentazione di paesaggi urbani e naturali. Garibbo iniziò il suo percorso artistico frequentando l'Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova dal 1802, dove si dedicò inizialmente alla tecnica dell'incisione su rame. Questa scelta iniziale di concentrarsi sull'incisione gli permise di sviluppare una notevole abilità nel dettaglio e nella rappresentazione fedele della realtà, caratteristiche che avrebbero influenzato tutta la sua produzione artistica. La sua fama come incisore si consolidò nel 1822, quando pubblicò due stampe che raffiguravano eventi tragici: una burrasca che colpì il porto di Genova il giorno di Natale del 1821 e la piena del Bisagno il 26 ottobre 1822. Nel corso della sua carriera, Garibbo si dedicò anche alla pittura, specializzandosi in vedute urbane e paesaggi. Le sue opere offrono una testimonianza preziosa e dettagliata delle città italiane dell'epoca, in particolare Genova e Firenze. A Genova, la sua città natale, Garibbo catturò con maestria le trasformazioni urbane e i paesaggi caratteristici, mentre a Firenze, dove si trasferì stabilmente intorno al 1830, continuò la sua attività di vedutista, arricchendo il suo repertorio con le bellezze della capitale toscana. Oltre alla pittura e all'incisione, Luigi Garibbo si interessò a varie discipline, lasciando trattati e manuali su diversi argomenti. Tra questi, si ricorda un breve trattato sulla storia dei voli in mongolfiera, che testimonia la sua curiosità e il suo interesse per i progressi tecnologici e scientifici del suo tempo. Questa poliedricità intellettuale lo portò a frequentare ambienti culturali vivaci, come il Caffè Michelangelo a Firenze, dove si incontrava con intellettuali e artisti dell'epoca. La vita di Garibbo fu segnata negli ultimi anni da difficoltà economiche e da una progressiva cecità, che tuttavia non ne limitarono la produzione artistica. Grazie al sostegno di amici e collezionisti, tra cui spiccano le figure di Tammar Luxoro e Maurizio Dufour, riuscì a continuare a lavorare e a vendere le sue opere. Poco prima della sua morte, fece dono al comune di Genova di due album contenenti oltre 180 stampe, disegni e acquerelli, un gesto che sottolinea il suo legame profondo con la città natale e il suo desiderio di lasciare un'eredità culturale tangibile. La rilevanza di Luigi Garibbo nel panorama artistico italiano è stata riconosciuta anche dopo la sua morte, come dimostra la mostra dedicata alle sue opere organizzata dai Musei di Strada Nuova a Genova nel 2011. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata per la capacità di documentare con precisione e sensibilità artistica le trasformazioni urbane e i paesaggi dell'Italia dell'Ottocento, rendendolo una figura chiave nel vedutismo italiano.
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