La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Francesco Gioli ( San Frediano a Settimo 1846 - Firenze 1922). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Francesco Gioli, nato il 29 giugno 1846 a San Frediano a Settimo, una frazione di Cascina, vicino a Pisa, e morto il 4 febbraio 1922 a Firenze, è stato un pittore italiano di grande rilievo, appartenente al movimento dei Macchiaioli. La sua vita e la sua arte si intrecciano strettamente con la storia e l'evoluzione della pittura italiana di fine Ottocento e inizio Novecento, periodo durante il quale Gioli ha saputo distinguersi per il suo stile unico e la sua capacità di catturare l'essenza della realtà rurale e urbana italiana. Proveniente da una famiglia benestante, Gioli iniziò i suoi studi all'Accademia d'Arte di Pisa sotto la guida di Annibale Mariani, per poi proseguire la sua formazione all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ebbe come maestri Antonio Ciseri ed Enrico Pollastrini. Inizialmente, il suo interesse si rivolse alla pittura storica, come dimostra il suo primo lavoro noto, "Carlo Emanuele di Savoia che scaccia l’ambasciatore spagnolo", esposto per la prima volta a Firenze nel 1868 e premiato a Pistoia. Nel corso degli anni '70 dell'Ottocento, Gioli venne influenzato dal movimento dei Macchiaioli, entrando in contatto con figure chiave come Giovanni Fattori e Telemaco Signorini. Questo periodo segnò una svolta nella sua carriera: iniziò a dedicarsi alla pittura en plein air, catturando scene di vita quotidiana e paesaggi della campagna toscana con una nuova sensibilità verso la luce e il colore. La sua opera si arricchì di vedute rurali, tra cui spiccano le scene di vendemmia, che divennero uno dei suoi soggetti prediletti. La sua vita personale fu altrettanto ricca e interessante. Sposò Matilde, figlia dello statista Ferdinando Bartolommei, e la loro villa a Fauglia divenne un punto di incontro per intellettuali e artisti dell'epoca. Nel 1888, Gioli fu nominato professore all'Accademia di Belle Arti di Bologna e, l'anno successivo, a quella di Firenze, consolidando la sua reputazione come artista e insegnante. Negli anni '90 del XIX secolo, l'opera di Gioli si evolse ulteriormente, con una palette più luminosa e un carattere nostalgico più marcato. Iniziò a esporre non solo in Italia e a Parigi, ma anche in luoghi più lontani come Buenos Aires, San Francisco e Melbourne, testimoniando la crescente apprezzazione internazionale per il suo lavoro. La sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1914, dove gli fu dedicata una sala personale con 53 opere, rappresentò l'apice del suo successo. Tra le sue opere più note, si ricordano "Goldoni visita Rousseau", "Dal Sola alle Renaiole", "L'Autunno", "La Vendemmia" e "Il Ritorno dalla vendemmia", che illustrano la sua abilità nel rappresentare la vita rurale con sensibilità e attenzione ai dettagli. Altre opere significative includono "L'Acqua" e "La Portatrice d'acqua", che mostrano la sua capacità di catturare la bellezza e la dignità delle figure umane nel contesto della natura. Francesco Gioli è ricordato non solo per il suo contributo al movimento dei Macchiaioli e per le sue affascinanti rappresentazioni della campagna toscana, ma anche per il suo ruolo di mentore per le generazioni successive di artisti. La sua eredità artistica continua a essere celebrata per la sua capacità di trasmettere l'essenza della realtà italiana attraverso la sua pittura, rendendolo una figura di spicco nella storia dell'arte italiana.
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