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Marco Gozzi fu un pittore italiano specializzato nella pittura di paesaggi, nato nel 1759 a San Giovanni Bianco, in Val Bembrana, nella provincia di Bergamo, e morto nel 1839 a Milano. La sua vita e la sua opera si inseriscono in un periodo di transizione artistica, in cui l'arte paesaggistica iniziava a guadagnare una nuova e propria autonomia, distaccandosi dalle funzioni puramente decorative o di sfondo per composizioni storiche o mitologiche. Gozzi, proveniente da una famiglia di umili origini, iniziò il suo percorso artistico sotto la guida del pittore Corneo. Questo apprendistato gli permise di acquisire una solida base tecnica e di esplorare diversi generi pittorici, tra cui ritratti, episodi sacri e decorazioni ad affresco, seguendo la tradizione veneta che era ancora molto influente nella regione di Bergamo. Tuttavia, fu il paesaggio a catturare definitivamente il suo interesse e a definire la sua carriera. La svolta nella carriera di Gozzi avvenne nel 1807, quando firmò un contratto con il Conte De Breme, allora Ministro dell'Interno del Regno d'Italia, che gli garantiva una pensione governativa in cambio della realizzazione di quattro vedute della Lombardia all'anno. Questo incarico non solo gli assicurò una stabilità economica ma gli permise anche di dedicarsi interamente alla pittura di paesaggio. Il contratto fu rinnovato nel 1812, e dal 1813 Gozzi iniziò a partecipare regolarmente alle esposizioni annuali organizzate dall'Accademia di Belle Arti di Brera. Nonostante non abbia mai ricoperto la cattedra di paesaggio presso l'Accademia di Brera, nel 1829 Gozzi fu eletto membro onorario e nel 1832 qualificato come pittore paesaggista. Questi riconoscimenti ufficiali testimoniano il suo contributo significativo al genere paesaggistico e il suo ruolo nell'evoluzione dello stesso all'interno del panorama artistico italiano. L'opera di Gozzi si caratterizza per una transizione stilistica dal neoclassicismo accademico verso un gusto più romantico e verista. Inizialmente influenzato dall'incontro con l'artista romano Francesco Fidanza, che lo indirizzò verso il paesaggismo come produzione dominante, Gozzi si dedicò alla rappresentazione di paesaggi immaginari e arcadici, senza ancora tentare rappresentazioni topografiche del paesaggio rustico. Tuttavia, con il tempo, il suo stile si evolse, mostrando una maggiore attenzione verso la documentazione storica e topografica delle località rappresentate, pur mantenendo un'interpretazione romantica e idealizzata del paesaggio. Gozzi fu anche influenzato da importanti artisti del passato, come il francese Lorrain e i vedutisti veneziani Canaletto, Guardi e Bellotto, nonché dagli inglesi Constable e Turner. Queste influenze si riflettono nella sua capacità di fondere la tradizione vedutistica con un approccio più personale e emotivo al paesaggio, caratteristica che lo distingue come uno degli esponenti più significativi della pittura paesaggistica italiana tra Settecento e Ottocento. La sua produzione artistica, quindi, si colloca in un momento cruciale per lo sviluppo del paesaggismo in Italia, contribuendo a definire il genere come una forma d'arte autonoma e riconosciuta. Marco Gozzi, attraverso la sua opera, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'arte, testimoniando la transizione dal paesaggio come mero sfondo a soggetto principale, capace di evocare emozioni e raccontare storie attraverso la rappresentazione della natura e dell'ambiente circostante.
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