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François Marius Granet, nato il 17 dicembre 1775 ad Aix-en-Provence, è stato un pittore francese noto per le sue opere che spaziano dal Romanticismo al Neoclassicismo, con una particolare predilezione per i freschi. La sua vita e la sua arte sono state profondamente influenzate dalla sua città natale, Aix-en-Provence, e dai suoi viaggi, soprattutto a Roma, dove ha trascorso gran parte della sua carriera. Granet ricevette la sua prima formazione artistica da Jean-Antoine Constantin e Jacques-Louis David negli anni '90 del XVIII secolo. Questo periodo formativo lo introdusse ai principi del Neoclassicismo, che avrebbero influenzato profondamente il suo stile artistico. Tuttavia, fu il suo soggiorno a Roma, iniziato brevemente nel 1802 e poi esteso per ulteriori 21 anni, a definire la sua vocazione. A Roma, Granet divenne membro di una comunità di artisti francesi che includeva figure del calibro di Jean-Auguste Dominique Ingres e François-Xavier Fabre. Questo ambiente fertile fu cruciale per lo sviluppo del suo stile unico, caratterizzato da una predilezione per gli interni di chiese e conventi, spazi ampi e tranquilli, bagnati da una luce solare mite, che divennero i soggetti più caratteristici del suo lavoro. Il ritorno di Granet a Parigi nel 1819 segnò un momento significativo nella sua carriera. Espose al Salon una pittura dell'interno di una chiesa dei Cappuccini a Roma, che riscosse un tale successo da generare ben 16 repliche commissionate. Questo successo non solo consolidò la sua reputazione come artista ma influenzò anche l'evoluzione dello stile di Camille Corot. Nel 1826, Granet fu nominato conservatore del Louvre e, nel 1830, Louis Philippe lo fece curatore delle opere d'arte a Versailles. Nonostante questi onori e la sua posizione legata a figure influenti come M. de Forbin, direttore del Louvre, Granet mantenne un legame profondo con Roma, città alla quale ritornava costantemente. La sua devozione per la città eterna si riflette nelle sue opere, che spesso raffigurano interni di edifici religiosi romani, esplorando la tranquillità e la spiritualità di questi spazi. Nel 1834, Granet fu eletto associato onorario dell'Accademia Imperiale delle Arti, riconoscimento che testimonia il suo impatto e il suo contributo al mondo dell'arte. Dopo la rivoluzione del 1848, si ritirò ad Aix-en-Provence, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Morì il 21 novembre 1849, lasciando un'eredità duratura non solo attraverso le sue opere ma anche attraverso il suo generoso lascito alla sua città natale. Gran parte della sua fortuna e delle sue collezioni, inclusi ritratti pregevoli, furono donate ad Aix-en-Provence, contribuendo alla fondazione del Musée Granet, che nel 1949, in occasione del centenario della sua morte, fu rinominato in suo onore. Le opere di Granet, tra cui "La Récolte des citrouilles à la Bastide de Malvalat" (1796), "Le Chœur de la Chapelle des Capucins à Rome" (1808), e "La Trinité-des-Monts et la Villa Médicis, à Rome" (1808), dimostrano la sua maestria nel catturare la luce e l'atmosfera, elementi che conferiscono alle sue pitture una qualità quasi meditativa. Queste opere, insieme a molte altre, sono esposte in musei di prestigio in tutto il mondo, tra cui il Musée du Louvre a Parigi e il Pushkin Museum a Mosca, testimoniando l'importanza e l'influenza di Granet nel panorama artistico internazionale. La vita e l'opera di François Marius Granet rappresentano un ponte tra il Neoclassicismo e il Romanticismo, offrendo una visione unica e profondamente personale del mondo che lo circondava. La sua capacità di catturare la solennità e la spiritualità degli spazi interni, insieme al suo contributo al patrimonio culturale della sua città natale, lo rendono una figura di spicco nella storia dell'arte francese.
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