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Francesco Hayez, nato a Venezia il 10 febbraio 1791 e morto a Milano il 12 febbraio 1882, è stato un pittore italiano, considerato il massimo esponente del Romanticismo storico nella prima metà del XIX secolo a Milano. La sua vita, segnata da umili origini, si trasformò in una delle carriere artistiche più rilevanti del suo tempo, grazie al suo talento eccezionale e alla capacità di interpretare le correnti culturali e politiche dell'Italia preunitaria. Hayez nacque in una famiglia particolarmente povera: il padre, Giovanni, era un pescatore originario di Valenciennes, in Francia, mentre la madre, Chiara Torcellan, proveniva dall'isola di Murano. A causa delle difficoltà economiche, Francesco fu affidato a una zia materna, moglie di un mercante d'arte genovese, che riconobbe il suo precoce talento per il disegno e lo avviò alla carriera artistica. Inizialmente, Hayez fu mandato a lavorare con un restauratore, per poi diventare allievo di Francesco Maggiotto, sotto la cui guida ricevette una formazione classica basata su letture storiche e mitologiche. La sua educazione artistica proseguì all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove fu allievo di Teodoro Matteini. Nel 1809, la vittoria in un concorso indetto dall'Accademia di Venezia gli permise di completare la sua formazione presso l'Accademia di San Luca a Roma. Qui, Hayez divenne allievo e amico di Antonio Canova, che lo introdusse nel circolo culturale della città e lo protesse durante i suoi anni romani. Questo periodo fu cruciale per lo sviluppo del suo stile, che iniziò a mostrare le caratteristiche del Romanticismo, pur mantenendo una solida base neoclassica. Dopo un breve soggiorno a Napoli, dove fu commissionato da Gioacchino Murat per realizzare "Ulisse alla corte di Alcinoo", Hayez si trasferì a Milano nel 1823, città che divenne il centro della sua attività artistica e dove si stabilì definitivamente. A Milano, Hayez si inserì rapidamente nella vita intellettuale e aristocratica, stringendo amicizia con figure chiave del Risorgimento italiano, come Alessandro Manzoni, con cui condivise un profondo legame personale e artistico. La produzione artistica di Hayez è vasta e variegata, comprendendo ritratti, soggetti storici, allegorici e biblici, che spesso riflettevano il clima politico e sociale dell'Italia dell'epoca. Tra le sue opere più celebri, "Il bacio" (1859) è divenuto un'icona del Romanticismo italiano, simbolo dell'aspirazione all'unità nazionale. Altre opere significative includono "I vespri siciliani", "La Meditazione" e numerosi ritratti di esponenti del Risorgimento e dell'aristocrazia milanese. Hayez fu anche un importante insegnante: dal 1850 fino alla sua morte, diresse l'Accademia di Brera, contribuendo alla formazione di generazioni di artisti italiani. La sua influenza si estese ben oltre il suo ruolo di pittore e educatore, poiché le sue opere divennero strumenti di propaganda politica e mezzi per promuovere l'identità culturale italiana. La vita privata di Hayez fu segnata da numerose relazioni sentimentali, ma la donna che probabilmente amò di più fu Carolina Zucchi, un'intellettuale e artista della borghesia milanese, che fu sua amante per molti anni e modella per diverse sue opere. Francesco Hayez morì a Milano all'età di 91 anni, lasciando un'eredità artistica che lo consacra come uno dei massimi rappresentanti del Romanticismo italiano. La sua arte, che abbracciava temi storici, politici e sentimentali con una sensibilità profondamente romantica, rifletteva le tensioni e le aspirazioni di un'epoca cruciale nella storia d'Italia, contribuendo a definire l'identità culturale della nazione.
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