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Giuseppe Isola, nato a Genova il 7 aprile 1808, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta significativa nel panorama artistico del XIX secolo. Figlio di Gaetano Isola e Maria Annunziata Rolleri, Giuseppe mostrò fin dalla giovinezza un talento innato per la pittura, tanto che le sue prime opere furono esposte nella bottega di mobili del padre. Il suo precoce talento attirò l'attenzione del marchese Giancarlo Serra, che divenne suo mecenate e gli permise di studiare presso l'Accademia Ligustica di Belle Arti e di viaggiare in Latium e Lombardia per affinare le sue abilità. Durante i suoi viaggi, Isola si concentrò sull'apprendimento dello stile del fresco, comune tra gli artisti del XVI e XVII secolo. Il suo debutto artistico avvenne nel 1834, quando presentò il suo ritratto intitolato "La Congiura di Gian Luigi Fieschi" all'Accademia Ligustica. Questo fu solo l'inizio di una serie di opere storiche che avrebbero caratterizzato la sua carriera, tra cui "Il conte di Carmagnola condannato a morte dal Senato di Venezia si congeda dalla famiglia" (1836) e "L'assassinio di Alessandro de' Medici" (1836). Nel 1837, Isola fu arrestato e interrogato in merito al suo dipinto "La morte di Opizzino d'Alzate", poiché i volti dei congiurati raffigurati nell'opera somigliavano a diversi patrioti genovesi. Nonostante questi intoppi, la sua carriera non subì rallentamenti e, a partire dal 1841, ricevette commissioni dalla famiglia Savoia, tra cui "Alcuni drappelli de' dragoni del re sbaragliano i Francesi sotto Mondovì" (1844), conservato nella basilica di Superga. Isola fu anche un ritrattista di talento, come dimostrano le sue opere "Ritratto del Dottor Guasconi" (1835), "Ritratto di Monsignor Ridolfo Brignole Sale" (1835), "Ritratto di Papa Pio IX" (1847), e "Ritratto di Raffaele de Ferrari o del duca di Gallico". Il suo "Autoritratto" del 1870 è conservato agli Uffizi di Firenze. Nel corso della sua carriera, Isola esplorò diversi stili artistici, passando dal romanticismo storico, come evidenziato dai suoi dipinti di nudi (1851-1871), al realismo (dal 1872). Fu associato all'Accademia di San Luca a Roma e alle accademie di Bologna e Perugia. Inoltre, fu direttore delle gallerie di Palazzo Bianco e Palazzo Rosso a Genova. Tra i suoi amici e colleghi, vi erano scultori come Giovanni Duprè e Santo Varni, personalità come Massimo d'Azeglio, Giuseppe Frascheri e il compositore Giuseppe Verdi. Isola fu anche insegnante di arte per Gabriele Castagnola, Santo Bertelli e Nicolò Barabino. Nel 1845, in riconoscimento del suo lavoro artistico, divenne accademico di merito dell'Accademia Ligustica di Belle Arti, dove diresse la scuola di pittura dal 1848 al 1851. La sua influenza si estese a molti pittori di quadri storici, tra cui Nicolò Barabino. Le sue opere furono esposte in numerose mostre, tra cui quelle della Promotrice delle Belle Arti di Genova, a partire dal 1850. Isola continuò a esporre alle Promotrici per tutta la vita, presentando una vasta gamma di opere che dimostravano la sua versatilità e maestria. Giuseppe Isola morì a Genova il 21 luglio 1893, lasciando un'eredità di opere che continuano a essere apprezzate per la loro bellezza e importanza storica. La sua vita e il suo lavoro sono un esempio dell'impegno e della passione che caratterizzano i grandi artisti, e il suo contributo all'arte italiana rimane inestimabile.
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