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Alberto Issel nacque a Genova il 3 giugno 1848 e morì nella stessa città il 20 maggio 1926. La sua vita e la sua carriera artistica si svolsero in un periodo di grande fermento culturale e politico in Italia, che influenzò profondamente il suo lavoro e il suo stile pittorico. Issel si formò all'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, dove studiò disegno con Domenico Cambiaso e incisione con Raffaello Granara. Durante i suoi anni di formazione, si distinse per il suo talento nell'incisione, ricevendo premi nel 1869 e nel 1870. La sua formazione artistica proseguì a Firenze, dove studiò sotto la guida di Carlo Markò il Giovane. A Firenze, Issel entrò in contatto con il gruppo dei Macchiaioli, frequentando il Caffè Michelangiolo, un luogo di ritrovo per artisti e intellettuali dell'epoca. L'influenza dei Macchiaioli, noti per la loro tecnica pittorica innovativa e per l'attenzione alla luce e al colore, si riflette nelle opere successive di Issel, in particolare nei suoi paesaggi. Dopo il periodo fiorentino, Issel si trasferì a Roma, dove fu influenzato dal circolo di Mariano Fortuny. A Roma, ebbe l'opportunità di immergersi in un ambiente artistico ricco e variegato, che arricchì ulteriormente la sua espressione artistica. Partecipò brevemente alle esposizioni garibaldine e si dedicò alla pittura di soggetti militari, testimoniando gli eventi politici e sociali del suo tempo. Nel 1872, collaborò con Ernesto Rayper nella Scuola di Rivara. Questa esperienza fu significativa per Issel, poiché la Scuola di Rivara, simile ai Macchiaioli, promuoveva la pittura en plein air, ovvero la pratica di dipingere all'aperto per catturare direttamente la luce e i colori del paesaggio. Issel si dedicò con passione alla pittura di paesaggi, realizzando opere che spaziavano dalle vedute della Riviera ligure ai paesaggi più intimi e raccolti. Tra le sue opere principali si ricordano "Armonie", esposta a Napoli nel 1877, "Recidiro", "Tempo piovoso" e "Uomini di punto", esposti a Torino nel 1880, e "Ricordi di riviera", presentata a Milano nel 1881. Oltre ai paesaggi, Issel si cimentò nella pittura di marine, sia ad olio che ad acquerello, dimostrando una notevole abilità nel rappresentare il movimento delle onde e la trasparenza dell'acqua. Dopo il 1880, la sua attività artistica fu compromessa da un problema agli occhi che ne limitò la capacità di dipingere. Nonostante ciò, continuò a lavorare fino a quando la sua salute glielo permise, lasciando un'eredità di opere che testimoniano la sua sensibilità artistica e il suo amore per la natura. Alberto Issel fu un artista poliedrico, che seppe integrare le influenze dei movimenti artistici del suo tempo con uno stile personale distintivo. La sua opera si inserisce nel contesto più ampio del tardo Ottocento italiano, un periodo di transizione tra la tradizione pittorica del passato e le nuove tendenze artistiche che avrebbero caratterizzato il Novecento. La sua dedizione alla pittura en plein air e la sua capacità di catturare l'essenza del paesaggio lo rendono una figura di spicco nella storia dell'arte italiana.
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