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Eugenio Landesio fu un pittore italiano nato nel 1810 ad Altessano, un villaggio vicino a Torino, in una famiglia di argentieri. La sua passione per il disegno emerse fin da piccolo, tanto che suo padre si rassegnò presto all'idea che sarebbe diventato un pittore. Landesio visse a Roma durante la sua infanzia e iniziò a studiare pittura paesaggistica sotto la guida del pittore francese Amédée Bourgeois, per poi diventare allievo del paesaggista ungherese Károly Markó il Vecchio. Quest'ultimo, arrivato in Italia nel 1832, introdusse Landesio alla pittura di paesaggio idealizzato. Landesio si affermò come un pittore di stile romantico, guadagnandosi da vivere con commissioni ricevute. Aveva il suo studio e partecipava regolarmente alle esposizioni dell'Accademia di Roma. Il suo talento era già noto in Messico prima del suo arrivo nel paese, grazie ad alcune sue opere acquisite dall'Accademia di San Carlos. Nel gennaio del 1855, su invito del pittore catalano Pelegrín Clavé, direttore della sezione di pittura figurativa dell'Accademia, Landesio si trasferì in Messico per insegnare pittura del paesaggio, prospettiva e principi di ornamentazione. Durante il suo soggiorno in Messico, Landesio esercitò un'influenza significativa sulla pittura paesaggistica messicana, influenzando artisti come José María Velasco. La sua metodologia didattica, in linea con le norme accademiche, prevedeva lo studio dettagliato degli elementi costitutivi del paesaggio e la loro successiva ristrutturazione in composizioni definitive. Landesio enfatizzava l'importanza di lavorare sia in studio che all'aperto, per catturare direttamente la realtà della natura. Tra le sue opere più importanti figurano "El Valle de México desde el cerro del Tenayo" (1870) e "Patio de la Hacienda de Regla" (1857), che riflettono la sua capacità di fondere elementi naturali e architettonici in armoniose composizioni paesaggistiche. Landesio introdusse il concetto di "pittura generale", che combinava la rappresentazione di chiese, haciendas e monumenti civili con l'impulso ottocentesco di raffigurare spazi aperti e incontaminati. Questo approccio ibrido mirava a rendere l'arte del paesaggio più attraente per il pubblico messicano. La sua permanenza in Messico fu interrotta quando, durante l'amministrazione del presidente Sebastián Lerdo de Tejada, fu richiesto ai docenti dell'Accademia di giurare fedeltà alle Leggi di Riforma. Landesio rifiutò e dovette dimettersi. Desiderava che José María Velasco gli succedesse, ma Ignacio Manuel Altamirano impose un altro candidato, Salvador Murillo, provocando una disputa pubblica tra il pittore e il romanziere. Nonostante le controversie, l'eredità di Landesio nella pittura paesaggistica messicana rimane indiscussa. I suoi discepoli, tra cui José Jiménez Aranda e José María Velasco, contribuirono a stabilire una scuola nazionale di paesaggio ispirata alla sua insaziabile fascinazione per la natura e al suo impegno nell'arte del paesaggio. Landesio lasciò un'impronta duratura sull'arte messicana, promuovendo lo studio diretto della natura e l'integrazione di soggetti secolari nella pittura paesaggistica. Dopo aver lasciato il Messico, Landesio continuò a lavorare e a influenzare il mondo dell'arte fino alla sua morte, avvenuta nel 1879 a Roma. La sua vita e la sua opera rimangono un esempio significativo dell'interazione culturale tra l'Italia e il Messico nel XIX secolo, e il suo contributo all'arte paesaggistica è celebrato ancora oggi.
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