La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Antonino Leto ( Monreale 1844 - Capri 1913). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Antonino Leto, nato a Monreale, Sicilia, il 14 giugno 1844 e deceduto a Capri il 31 maggio 1913, è stato un pittore italiano che ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama artistico del suo tempo. La sua vita e la sua opera si intrecciano con la storia dell'arte italiana, offrendo uno spaccato significativo dell'evoluzione pittorica tra il XIX e il XX secolo. Fin dalla tenera età, Leto mostrò una spiccata inclinazione per l'arte, tanto che, grazie al sostegno dello zio, nel 1861 si trasferì a Palermo per studiare sotto la guida di L. Barba e Luigi Lojacono. Questo periodo fu fondamentale per la sua formazione artistica, durante il quale adottò lo stile e i soggetti di Filippo Palizzi, pittore noto per le sue rappresentazioni realistiche e dettagliate della natura e della vita contadina. Nel 1864, Leto si spostò a Napoli, attratto dalla Scuola di Resina, un movimento artistico che promuoveva uno stile pittorico incentrato sulla luce e sul colore, sotto l'influenza di Giuseppe De Nittis. A Napoli, Leto ebbe l'opportunità di prendere lezioni da Adriano Cecioni, un altro esponente di spicco di questo movimento. Durante questo periodo, Leto iniziò a sperimentare con l'olio, la tempera e l'acquerello, esplorando diverse tecniche pittoriche che arricchirono il suo stile. La sua carriera prese una svolta significativa negli anni '70 del XIX secolo, quando ottenne riconoscimenti importanti per le sue opere. Nel 1870, vinse una medaglia d'argento alla Mosta Artistica di Palermo con il dipinto "Il Ritorno dal Pascolo" e una medaglia d'oro all'Esposizione Regionale di Siracusa per "La Bufera". Questi successi gli aprirono le porte a nuove opportunità, tra cui la partecipazione all'Esposizione di Brera nel 1872 con "A Winter's day in Sicily". Nel 1873, Leto si unì ad altri pittori della Scuola di Resina a Portici e viaggiò a Roma, dove incontrò Francesco Paolo Michetti, un altro artista chiave del periodo. A Roma, dipinse opere significative come "Alla Villa Borgese" e "Un contadino Romano", che furono esposte alla 10ª Promotrice di Napoli. Questo periodo fu anche segnato da un soggiorno a Firenze, finanziato da una borsa di studio siciliana, dove Leto dipinse vivaci vedute cittadine, tra cui "Case a Viareggio" e "Ponte di Santi Trinita". Nel 1879, la sua carriera prese una direzione internazionale quando si trasferì a Parigi, invitato dalla Galleria Goupil. Qui, Leto entrò in contatto con pittori contemporanei di spicco come Giuseppe De Nittis, Domenico Morelli, A. Mancini, Vincenzo Gemito, A. de Neuville, Édouard Manet e JL Meissonier. Durante il suo soggiorno a Parigi, dipinse opere notevoli come "Vecchia Parigi" e "Le Bois de Boulogne". Tuttavia, la salute cagionevole di Leto lo costrinse a limitare i suoi viaggi dopo gli anni '80. Nonostante ciò, continuò a essere prolifico, inviando le sue opere a numerose esposizioni. Nel 1882, si trasferì a Capri, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Durante questo periodo, dipinse principalmente paesaggi marini e scene di vita costiera, tra cui "I funari di Torre del Greco", che fu celebrato all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma. Antonino Leto è ricordato come uno dei massimi esponenti della pittura paesaggistica siciliana dell'epoca della Belle Époque. Insieme a Francesco Lojacono e Michele Catti, forma la cosiddetta triade canonica degli artisti paesaggisti siciliani di quel periodo. La sua opera, caratterizzata da un'impressionante capacità di catturare la luce e il colore del paesaggio mediterraneo, continua a essere apprezzata e studiata per il suo contributo significativo alla storia dell'arte italiana.
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