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Francesco Lojacono, nato a Palermo il 16 maggio 1838, è stato un pittore italiano noto per i suoi paesaggi e marine che hanno saputo catturare l'essenza della Sicilia e del Mediterraneo. Figlio di Luigi Lojacono, un pittore di storia e ritratti, e di Vincenza Di Cristina, Francesco ereditò dal padre la passione per l'arte, ricevendo i primi insegnamenti direttamente da lui prima di essere affidato alla guida di Salvatore Lo Forte. La sua formazione artistica proseguì a Napoli, dove si trasferì nel 1856 grazie a una borsa di studio e dove frequentò la scuola di Filippo Palizzi. Tuttavia, la sua permanenza a Napoli fu interrotta dagli eventi rivoluzionari del 1860, che lo videro tornare in Sicilia e partecipare alla spedizione dei Mille di Garibaldi, nonché alla marcia verso Roma del 1862, durante la quale fu catturato sull'Aspromonte. Una volta liberato, Lojacono si dedicò completamente alla pittura, trovando ispirazione nei paesaggi della zona di Agrigento e, in seguito, nella costa vicino a Palermo. Le sue opere sono caratterizzate da un'intensa liricità e da una rappresentazione fedele e vibrante della natura siciliana. Nel 1872, ottenne la cattedra di professore di paesaggio presso l'Istituto di Belle Arti di Napoli e dal 1896 al 1914 insegnò pittura di paesaggio e marina all'Accademia di Belle Arti di Palermo. Lojacono partecipò con successo a numerose esposizioni internazionali, tra cui quelle di Vienna nel 1872 e di Parigi nel 1878, e a importanti eventi nazionali, come l'esposizione di Palermo del 1891-92. Fu insignito del titolo di Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia e tra i suoi allievi si annoverano Michele Catti e Ettore De Maria Bergler, che insieme a Lojacono e Antonio Leto formano la cosiddetta triade canonica dei paesaggisti siciliani dell'epoca della Belle Époque. Tra le sue opere più significative si ricordano "Giorno di caldo", "I pescatori d'ostriche" (considerata una delle sue opere più riuscite), "Una villa ai Colli", "Dopo la pioggia", "L'arrivo inatteso", "Il riposo di maggio", "Un giorno di caldo in Sicilia", "L'ottobre", "After il tramonto", "La Conca d'oro", "San Giovanni degli Eremiti", "Presso Posillipo", "Presso il Vesuvio", "Le rovine del tempio di Castore e Polluce", "Gli ultimi Saraceni" e "La pesca dei vongoli". Le sue tele sono state esposte in prestigiose gallerie e collezioni, tra cui la Galleria d'Arte Moderna di Palermo, la Fondazione Cariplo e il Musée Condé. Inoltre, Lojacono ha avuto l'onore di vedere alcune delle sue opere acquistate da personalità illustri, come la regina Margherita e il re Umberto I. Francesco Lojacono è stato un artista che ha saputo interpretare con maestria il cielo e il suo riflesso nel mare, e le sue opere trasmettono sensazioni sottili come il profumo, il vento, il calore e la polvere che gravano su tutto. La sua precisione e la sua abilità nel rendere i dettagli hanno dissuaso molti aspiranti pittori dall'arte difficile della pittura realistica. La sua vita e la sua carriera sono state segnate da riconoscimenti e successi, ma anche da momenti di difficoltà, come la prigionia e le vicissitudini legate agli eventi storici dell'epoca. Nonostante ciò, Lojacono non ha mai smesso di dipingere, dedicando la sua vita all'arte fino alla sua morte, avvenuta a Palermo il 25 febbraio 1915. La sua eredità artistica continua a vivere attraverso le sue opere, che rimangono testimonianze preziose della bellezza della Sicilia e del talento di uno dei suoi più grandi interpreti. La sua capacità di catturare l'essenza del paesaggio siciliano ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'arte italiana, rendendo Francesco Lojacono uno dei più importanti paesaggisti dell'Ottocento.
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