La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Emilio Longoni ( Barlassina di Seveso 1859 - Milano 1932). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Emilio Longoni, nato il 9 luglio 1859 a Barlassina, in Lombardia, fu un pittore italiano che lasciò un'impronta indelebile nel panorama artistico del suo tempo. Figlio di Matteo Longoni, un garibaldino e maniscalco, e di Luigia Meroni, una sarta, Emilio era il quartogenito di dodici figli. La sua famiglia, di umili origini, lo condusse ancora bambino a Milano per iniziare a lavorare, gettando le basi di una vita segnata da sfide e superamenti. Fin dalla tenera età, Longoni mostrò una grande passione per la pittura, che divenne la sua "grande vera passione". Nonostante le difficoltà economiche, riuscì a frequentare i corsi di nudo e di anatomia presso l'Accademia di Brera dal 1876 al 1880, dove fu allievo di Giuseppe Bertini e compagno di studi di Giovanni Segantini, Giovanni Sottocornola ed Ernesto Bazzaro. Questo periodo fu fondamentale per la sua formazione artistica e per le sue future direzioni creative. Nel 1880, Longoni aderì alla Famiglia artistica milanese e iniziò a esporre alle mostre della Promotrice di Brera. Tuttavia, le sue opere iniziali non riscossero il successo sperato, costringendolo a lavorare come decoratore e tappezziere per sostenersi economicamente. Questa fase della sua vita fu segnata da una profonda inquietudine, che lo portò a fuggire da Milano e a cercare nuove opportunità a Napoli, dove tentò invano di essere accolto alla scuola di Antonio Mancini. Nonostante le delusioni e le difficoltà, Longoni non si diede per vinto. Nel 1882, grazie all'amicizia con Segantini, fu introdotto ai fratelli Alberto e Vittore Grubicy, titolari di una importante galleria d'arte attiva nella promozione di giovani artisti. Questo incontro segnò l'inizio di un periodo di collaborazione artistica con Segantini, svolto in Brianza, tra i laghi di Pusiano e Segrino, dove condivisero soggetti e abitazione. Tuttavia, il sodalizio si concluse malamente nel 1884. Dopo questa esperienza, Longoni si trasferì a Villa Ada, sul Lago Maggiore, dove trascorse lunghi periodi di lavoro solitario in baite e alpeggi tra il Massiccio del Bernina e la Valtellina. Questi anni furono particolarmente produttivi e lo videro eseguire molti dipinti dal vero, tra cui "Ghiacciaio", che nel 1906 si aggiudicò il premio Principe Umberto, rifiutato da Longoni in polemica con le commissioni accademiche. Nel corso della sua carriera, Longoni si distinse per il suo impegno sociale nella pittura, elaborando e sviluppando una propria iconografia dello sfruttamento, della miseria e della lotta delle classi subalterne milanesi. Tra le sue opere più significative in questo senso, "Riflessioni di un affamato" segna il punto più alto del suo impegno sociale, diventando una delle opere più discusse e citate dalla critica di tutta la produzione dell’artista. Dopo la prima guerra mondiale, Longoni si assentò dalla scena espositiva, limitando la sua produzione alle commissioni. Nel 1928, sposò la compagna Fiorenza de Gaspari, insegnante, con cui condivise gli ultimi anni della sua vita. Emilio Longoni morì nel proprio studio il 29 novembre 1932, lasciando un'eredità artistica di grande valore, testimoniata dalle sue opere esposte in importanti musei e collezioni. La sua tomba si trova nel Cimitero Monumentale di Milano, dove riposa accanto ad altri grandi artisti che hanno segnato la storia dell'arte italiana.
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