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Adeodato Malatesta fu un pittore italiano di rilievo nell'ambito del Neoclassicismo, noto per le sue opere di soggetto sacro e storico. Nato a Modena il 14 maggio 1806, Malatesta era il terzo di undici figli di Giuseppe Malatesta, capitano nell'esercito del Granducato di Modena, e Carlotta Montessori Malatesta. Il nome Adeodato, che significa "dato a Dio", rifletteva il desiderio del padre di vederlo intraprendere la carriera ecclesiastica, ma il giovane Malatesta mostrò fin da piccolo una forte inclinazione per l'arte, tanto che lo zio materno lo incoraggiò a seguire questa passione. La sua formazione artistica iniziò all'Accademia Atestina di Modena, sotto la guida dello scultore Giuseppe Pisani. Successivamente, Malatesta si trasferì a Venezia, dove lavorò al Palazzo Papadopoli sul Canal Grande, dipingendo un San Marco. Durante questo periodo, ricevette commissioni significative, come quella per la pittura di San Mauro Abate per la chiesa di San Sebastiano a Correggio e il Battesimo di Cristo per la Cattedrale Basilica di Eger. Nel 1837, Malatesta fece ritorno a Modena, dove realizzò un altare raffigurante Santa Filomena per la Chiesa del Voto. Due anni dopo, fu nominato vice-direttore e professore all'Accademia di Modena, e in seguito ne divenne direttore, succedendo a Pisani. Tra i suoi allievi si annoverano figure di spicco come Gaetano Bellei e Antonio Simonazzi. Malatesta fu anche un apprezzato ritrattista, dipingendo effigi ufficiali di duchi e principi, nonché ritratti di nobili, borghesi, amici e familiari. Le sue opere ritraggono una vasta gamma di soggetti, dalla nobiltà cortigiana all'alta borghesia, e sono caratterizzate da un'eclettica fusione di influenze che spaziano dalla moda Biedermeier alla pittura storica. Nel corso della sua carriera, Malatesta dipinse numerose opere di grande formato, tra cui "Abraham scaccia Agar", "Tobiolo", "L'Invalido della grande armata", "Geremia piange sulle rovine di Gerusalemme", "La Crocifissione", "La Fuga in Egitto" e "Il Matrimonio della Vergine". Queste tele, ricche di figure, dimostrano la sua abilità nel maneggiare composizioni complesse e affollate. Oltre alla pittura, Malatesta si dedicò anche al restauro e alla cura dei monumenti e delle opere d'arte. Nel 1882, divenne direttore della Galleria Estense di Modena e fu membro onorario di numerose accademie italiane. Ricevette importanti riconoscimenti, tra cui la Croce Estense di San Contado, l'Ordine degli Ss. Maurizio e Lazzaro e l'Ordine della Corona d'Italia. Descritto come un "gentiluomo statuario e cortese della vecchia scuola", Malatesta non aveva un'alta opinione delle proprie capacità, nonostante il suo successo e la stima di cui godeva. La sua opera e la sua adesione alla pittura storica lo collocano tra i pittori storici di spicco del XIX secolo. Adeodato Malatesta morì a Modena il 24 dicembre 1891, lasciando un'eredità artistica significativa. Suo figlio, Narciso, seguì le sue orme diventando anch'egli un pittore rinomato. Malatesta rimane una figura importante nella storia dell'arte italiana, rappresentando un ponte tra la tradizione neoclassica e le nuove correnti artistiche che si stavano sviluppando in Europa.
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