La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Virgilio Marchi ( Livorno 1895 - Roma 1960). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Virgilio Marchi fu un artista poliedrico, le cui opere spaziarono dalla pittura all'architettura, dalla scenografia alla critica d'arte, incarnando lo spirito innovativo e rivoluzionario del futurismo italiano. Nato a Livorno il 21 gennaio 1895, Marchi si formò inizialmente alla scuola tecnica governativa della sua città natale, dove conseguì il diploma nel 1909. Successivamente, frequentò l'Istituto di belle arti di Livorno e poi quello di Siena, dove studiò sotto la guida di V. Mariani e A. Vigilardi. La sua carriera artistica prese una svolta decisiva quando, nel 1919, dopo aver prestato servizio militare durante la Prima Guerra Mondiale, Marchi si trasferì a Roma. Qui entrò in contatto con il vivace ambiente culturale della capitale e iniziò a pubblicare i suoi primi scritti di architettura, influenzato dalle idee di futuristi come Giacomo Balla. La sua visione artistica si arricchì ulteriormente grazie alla collaborazione con la casa d'arte Bragaglia, per la quale curò la realizzazione della nuova sede e dove espose le sue opere in una mostra personale inaugurata da Filippo Tommaso Marinetti. Marchi si distinse per la sua capacità di fondere l'architettura con la scenografia, creando spazi teatrali innovativi che riflettevano la dinamicità e il movimento cari al futurismo. Nel 1929, disegnò scene e costumi per due opere di Gioachino Rossini, "L'italiana in Algeri" e "La cenerentola", e nel 1930 iniziò una fruttuosa collaborazione con la Scala di Milano. La sua ricerca scenografica lo portò a esplorare nuove forme espressive, come dimostrato dalle sue scenografie e coreografie futuriste, e dalla prefazione che scrisse per il lavoro di Enrico Prampolini. Oltre alla scenografia, Marchi si dedicò anche alla pittura, realizzando opere che spaziavano dallo schizzo a matita alla pittura ad olio, fino a tecniche miste. Le sue opere pittoriche, come "L'Oceano di Andreyeff", riflettono la sua ricerca di un linguaggio artistico che potesse incarnare la velocità e l'energia del mondo moderno. La sua produzione artistica fu oggetto di numerose esposizioni, tra cui la mostra "Virgilio Marchi - futur-classico-razionale" tenutasi a Roma nel 2017, che presentava un'ampia selezione delle sue opere dal 1901 al 1950. Marchi fu anche un apprezzato critico d'arte e teorico dell'architettura futurista. Tra i suoi scritti più significativi si ricordano "L'architettura futurista" (1924) e "Italia nuova, architettura nuova" (1929), nei quali espose le sue idee per un rinnovamento radicale dell'architettura e dell'urbanistica, in linea con i principi del movimento futurista. La sua influenza si estese anche all'ambito accademico, dove dal 1934 al 1943 e dal 1949 al 1960 insegnò, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di artisti e architetti. La sua opera architettonica include realizzazioni come la Casa d'arte di A. G. Bragaglia (1922) e il rinnovamento del teatro Odescalchi (1925), entrambi a Roma, che testimoniano la sua capacità di integrare l'arte e l'architettura in un unico, coerente progetto estetico. I suoi disegni, progetti e scritti sono conservati presso l'archivio degli eredi e al Civico Museo Biblioteca dell'attore del teatro Stabile di Genova, oltre che in collezioni private. Virgilio Marchi morì a Roma il 30 aprile 1960, lasciando un'eredità artistica che continua a essere studiata e apprezzata per la sua originalità e per il suo contributo al movimento futurista e all'arte del XX secolo. La sua vita e il suo lavoro sono stati oggetto di numerose ricerche e pubblicazioni, che ne hanno riconosciuto il ruolo di pioniere nell'ambito dell'architettura e della scenografia moderna.
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