La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Carlo Marko ( Leutzschau 1791 - Lappeggi 1860). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Károly Markó, conosciuto anche come Carlo Marco o Markó il Giovane, è stato un pittore ungherese-italiano, nato a Pest, l'attuale Budapest, il 22 gennaio 1822 e deceduto a Mosca nel 1891. Figlio di Károly Markó il Vecchio, anch'egli pittore di paesaggi, Carlo ha seguito le orme paterne, distinguendosi però per uno stile personale e per un percorso artistico che lo ha portato a diventare un esponente di spicco nel panorama artistico dell'epoca. La sua formazione inizia in giovane età, quando a soli 16 anni lascia la famiglia durante un viaggio in Italia e si stabilisce a Firenze. Qui, Carlo Markó il Giovane approfondisce i suoi studi artistici e in seguito viene raggiunto dai fratelli András e Ferenc, anch'essi divenuti pittori. La scelta di Firenze non è casuale: la città è all'epoca un importante centro culturale e artistico, un luogo di incontro per artisti di varie nazionalità e correnti pittoriche. Durante la sua carriera, Markó il Giovane si dedica principalmente alla pittura di paesaggi, creando opere che rivelano un'attenta osservazione della natura e un'abilità nel catturare la luce e l'atmosfera dei luoghi ritratti. Tra i suoi lavori più noti ci sono "La Brigata del Boccaccio", "Veduta di Bella Riva", "Le cave di Carrara", "Paese in Corsica", "I dintorni di Gaville" e "Lungo l'Arno". Questi dipinti mostrano paesaggi incantevoli e sono caratterizzati da una composizione equilibrata e da un uso armonioso del colore. Nonostante fosse vicino ai pittori della corrente dei Macchiaioli, il suo stile sembra richiamare quello del pittore barocco Lorraine e dei pittori della Scuola di Posillipo. Alcune delle sue opere, come "Cristo a Emmaus" e "La Samaritana al Pozzo", presentano figure umane ridotte in dimensioni rispetto al paesaggio circostante, il quale diventa un commento sugli eventi rappresentati. Markó il Giovane ha avuto un ruolo importante anche come insegnante, essendo stato professore presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze e in altre città italiane come Genova, Perugia e Urbino. Tra i suoi allievi si annoverano artisti del calibro di Serafino De Tivoli, Adolfo Tommasi, Ulvi Liegi e Domenico Bresolin. La sua fama e il suo talento lo portarono a viaggiare e a lavorare in diverse parti d'Europa. In particolare, si trasferì in Russia, dove si presume fosse stato promesso un impiego, dato che in quel periodo i pittori italiani erano molto in voga. Morì a Mosca nel 1891, lasciando un'eredità artistica significativa. Le sue opere sono esposte in varie gallerie e collezioni, tra cui la Galleria di Arte Moderna di Milano e la Galleria Nazionale Ungherese. La sua arte è stata apprezzata non solo durante la sua vita ma anche postuma, con mostre e valutazioni che continuano a celebrare il suo contributo al mondo dell'arte. In sintesi, Carlo Markó il Giovane è stato un artista che ha saputo coniugare l'eredità pittorica del padre con le influenze culturali italiane, creando un linguaggio artistico personale e riconoscibile. La sua vita e la sua opera rappresentano un ponte tra le tradizioni artistiche ungheresi e italiane, e il suo nome rimane impresso nella storia dell'arte come uno dei paesaggisti più importanti del XIX secolo.
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