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Alberto Giacomo Spiridione Martini, nato il 24 novembre 1876 ad Oderzo, Veneto, è stato un artista italiano poliedrico, le cui opere spaziano dall'illustrazione alla pittura, dall'incisione al design grafico. La sua arte è stata descritta come un ponte tra il simbolismo e il surrealismo, con lavori che variano dall'elegante e epico al grottesco e macabro. Martini ricevette la sua formazione artistica iniziale dal padre Giorgio, un pittore ritrattista e professore di disegno presso l'Istituto Tecnico di Treviso. Questa educazione precoce lo avviò allo studio dal vero e alla copia dei capolavori del passato, ma fu anche l'inizio di una carriera che lo avrebbe visto diventare uno dei più notevoli illustratori italiani del suo tempo. Già nei suoi primi anni, Martini mostrò una spiccata inclinazione per la grafica, realizzando disegni e schizzi di soggetto botanico e animalista, oltre a paesaggi della campagna trevigiana. Le sue prime opere, come "Fiori" e "Cavallo", e il dipinto "Antica gualchiera trevigiana" del 1895, riflettono un interesse per le tematiche sociali e il mondo del lavoro operaio, ispirate all'arte di Jean-François Millet e Giovanni Segantini. Nel 1895, Martini iniziò la sua attività di illustratore con la serie di disegni per "Il Morgante Maggiore" di Luigi Pulci, ma presto si dedicò alle illustrazioni per "La Secchia rapita" di Alessandro Tassoni. Questo lavoro lo portò a esplorare la grafica manierista tedesca cinquecentesca, che interpretò attraverso una lettura simbolista. La sua carriera artistica prese una svolta significativa quando, nel 1901, illustrò una celebre edizione de "La Divina Commedia". Questo progetto lo portò a partecipare alla IV Biennale di Venezia, dove i suoi disegni per "La secchia rapita" furono acquistati dalla Galleria d'Arte Moderna di Roma. Dal 1905 al 1909, Martini lavorò intensamente alle illustrazioni per i racconti di Edgar Allan Poe, creando oltre 132 illustrazioni ad inchiostro che sono considerate tra le più iconiche del suo repertorio. Questo periodo fu di grande intensità creativa per Martini, che ricevette attenzione da editori e dal mondo dell'arte. Durante la Prima Guerra Mondiale, Martini creò la serie di litografie "Danza Macabra Europea", una satira contro l'Impero Austro-Ungarico distribuita sotto forma di cartoline alle truppe italiane. Queste opere rivelarono il suo sentimento antitedesco e sono riconosciute come alcune delle sue migliori creazioni. Dopo la guerra, Martini continuò a esplorare il teatro e il balletto, realizzando disegni per costumi e scenografie. Nel 1923, pubblicò il libro "Il Tetiteatro", che rifletteva le sue idee innovative sul teatro e la scenografia. La delusione e l'amarezza nei confronti dei critici italiani, che sembravano ignorare i suoi lavori verso la fine degli anni '20, lo spinsero a trasferirsi a Parigi nel 1928. Qui, Martini trovò un ambiente più accogliente per la sua arte e continuò a sviluppare la vena simbolista del suo lavoro, illustrando opere di poeti come Rimbaud, Baudelaire e De Vigny. Tuttavia, la difficile situazione finanziaria lo costrinse a tornare a Milano nel 1934, dove continuò a lavorare nonostante il successo fosse sempre sfuggente. Durante questo periodo, Martini esplorò anche la satira politica attraverso la pubblicazione di disegni e vignette sulla rivista "Perseo". Martini morì a Milano l'8 novembre 1954, lasciando un'eredità artistica complessa e profondamente influente. Nonostante la mancanza di riconoscimento durante la sua vita, oggi è considerato uno dei precursori del surrealismo e un architetto del movimento artistico. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata per la sua visione unica e la sua capacità di esplorare i confini tra realtà e sogno.
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