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Teodoro Matteini nacque a Pistoia il 10 maggio 1754, in una famiglia profondamente immersa nel mondo dell'arte. Suo padre, Ippolito Matteini, era un noto pittore decorativo del XVIII secolo, specializzato in quadrature prospettiche, che dipinse quadri e figure in chiese e palazzi della sua città e della provincia pistoiese. Fu proprio il padre a fornire a Teodoro i primi rudimenti del mestiere, influenzando significativamente il suo percorso artistico. La carriera di Matteini prese una svolta decisiva quando, grazie al sostegno del cavaliere Niccolò Forteguerri, un mecenate locale, poté trasferirsi a Roma nel novembre 1770 per seguire l'insegnamento del celebre pittore Pompeo Batoni. A Roma, Matteini frequentò i corsi mensili dell'Accademia del nudo in Campidoglio e partecipò a vari concorsi, distinguendosi per il suo talento. Nel 1771, vinse il secondo premio nella terza classe di pittura al concorso clementino con una copia dell'Apollo di villa Medici, e l'anno seguente ottenne il primo premio nella prima classe di disegno all'Accademia del nudo. Tra la fine del 1773 e l'inizio del 1774, Matteini entrò come allievo nello studio di Domenico Corvi, un altro momento fondamentale nella sua formazione artistica. Durante questo periodo, aprì uno studio nella propria abitazione a Roma e iniziò a farsi conoscere nel panorama artistico della città. La sua carriera lo portò a lavorare in diverse città italiane, tra cui Bergamo, Milano e Venezia. A Milano, fu richiesto dall'aristocrazia per il suo gusto aggiornato sui modelli anglosassoni, e realizzò importanti ritratti per famiglie nobili, come quello della marchesa Barbara Barbiano di Belgioioso Litta Visconti Arese e di Alberico XII Barbiano di Belgioioso con la figlia marchesa Litta. Inoltre, fu inviato da Ferdinando III di Asburgo Lorena a copiare il Cenacolo di Leonardo, un incarico che testimonia il riconoscimento del suo talento e della sua abilità tecnica. Nel 1802, Matteini si trasferì a Venezia, dove fu eletto professore di pittura presso l'Accademia di Belle Arti. Negli anni successivi, assunse anche l'incarico di professore di disegno e contribuì significativamente alla vita accademica della città, restaurando una vasta collezione di modelli in stucco e terracotta raccolti dall'abate Filippo Farsetti. Matteini è noto per aver avuto numerosi allievi, tra cui Giovanni Andrea Darif di Udine, Bartolomeo Ferracina di Bassano, Giovanni Busato di Vicenza, Sebastiano Santi di Murano, Francesco Hayez e Cosroe Dusi di Venezia, dimostrando il suo impegno nell'insegnamento e nella trasmissione del suo sapere artistico alle nuove generazioni. Tra le sue opere più celebri, si ricordano il dipinto di Angelica e Medoro, che ispirò una stampa riproduttiva di Raphael Morghen, e vari ritratti conservati presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia, come il "Ritratto di giovane signora con foglio di musica", il "Ritratto di giovinetta" e il "Ritratto di due giovani signori in un paesaggio". Teodoro Matteini morì a Venezia il 16 novembre 1831, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua opera, caratterizzata da uno stile neoclassico e da una profonda sensibilità nella rappresentazione di soggetti storici e religiosi, continua a essere apprezzata e studiata per la sua importanza nella storia dell'arte italiana.
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