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Federico Melis fu un artista italiano di rilevante importanza, nato a Bosa, un comune della provincia di Nuoro in Sardegna, il 22 maggio 1891. La sua vita fu segnata da un profondo legame con l'arte della ceramica, che lo portò a diventare un pioniere e un innovatore in questo campo, specialmente nella sua terra natale, la Sardegna. Cresciuto in una famiglia numerosa e di modeste condizioni economiche, Melis si trasferì giovanissimo a Cagliari dopo la morte dei genitori. Qui completò gli studi tecnici e trovò impiego alle Saline di Stato, un lavoro che gli permise di mantenere una certa stabilità finanziaria mentre coltivava la sua passione per la ceramica. A Cagliari, Melis incontrò Francesco Ciusa, il più importante scultore sardo dell'epoca, e divenne suo allievo e collaboratore presso la manifattura ceramica "Spira" di Bosa fino al 1923. Durante i primi anni del Novecento, Melis aprì con Ennio Dessy la "Bottega d'Arte Ceramica Melis & Dessy" ad Assemini, un centro noto per la produzione di ceramica popolare. La sua abilità nel plasmare e modellare l'argilla si fece subito notare, tanto che Ciusa gli affidò compiti difficili, come la riproduzione in miniatura della statua "La madre dell'ucciso". Melis superò la sfida con successo, e Ciusa fu talmente impressionato dal risultato da decidere di tenere l'opera per sé. Federico Melis fu il primo ceramista sardo a praticare la smaltatura a caldo, una tecnica che permise di superare i limiti delle terrecotte rifinite a freddo, comuni in Sardegna fino ad allora. Questa innovazione lo portò a essere considerato l'iniziatore della ceramica artistica sarda. Nel 1918, dopo essersi separato dal maestro Ciusa, Melis continuò a sperimentare e a perfezionare la sua arte, diventando noto per il "vigore di modellazione e di espressione" delle sue opere. Nel 1927, Melis fu in grado di aprire una Scuola-Bottega d'Arte Ceramica ad Assemini, che poi trasferì a Cagliari nello stesso anno. La sua produzione artistica continuò a crescere e a ricevere riconoscimenti, e nel 1931 si trasferì a Roma dove aprì una fornace. Successivamente si spostò a Pesaro per dedicarsi all'insegnamento alla Scuola d'Arte della città. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Melis dovette sfollare a Urbania, dove nel 1945 fondò con Carlo Aloisi e don Corrado Leonardi la "Ceramica d'Arte Durante". Nel 1950 gli fu affidata la direzione di questa manifattura, e nel 1955 ricevette uno dei riconoscimenti più importanti della sua carriera: un diploma d'onore alla Mostra internazionale dei capolavori della ceramica a Cannes. Negli anni successivi, Melis continuò ad esporre le sue opere in varie città italiane, tra cui Cagliari, Sassari e Roma, ottenendo ulteriori premi e riconoscimenti. A Urbania, fu premiato con una medaglia d'oro per i meriti culturali e per aver creato una realtà artigianale-artistica produttiva per il centro. Nel dopoguerra, l'arte scultorea di Federico Melis si indirizzò verso l'espressionismo. Nel 1951, insieme al fratello Melchiorre ed altri artisti, fondò la manifattura ceramica Metafora con sede ad Urbania. Molti dei suoi lavori sono oggi conservati nel Museo delle Ceramiche di Faenza. Federico Melis morì il 12 dicembre 1969 ad Urbania, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua vita e il suo lavoro sono stati un punto di riferimento per l'arte ceramica sarda e hanno contribuito a definire l'identità culturale della Sardegna nel panorama artistico italiano e internazionale.
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