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Guglielmo Micheli fu un pittore italiano noto per i suoi paesaggi e marine, realizzati principalmente ad olio e ad acquarello. Nato a Livorno il 12 ottobre 1866, Micheli crebbe in una famiglia modesta e mostrò fin da giovane una naturale inclinazione per il disegno. La sua formazione artistica iniziò sotto la guida del pittore Natale Betti e proseguì all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studiò nella Scuola Libera del Nudo diretta da Giovanni Fattori, uno dei massimi esponenti del movimento dei Macchiaioli. Fattori ebbe un ruolo fondamentale nella vita di Micheli, non solo come maestro, ma anche come figura paterna e amico. La corrispondenza tra i due testimonia un rapporto di profonda stima e affetto reciproco. Micheli fu influenzato dallo stile dei Macchiaioli, ma con il tempo sviluppò una propria identità artistica. Le sue prime opere risentono dell'insegnamento di Fattori, ma già negli anni '90 del XIX secolo iniziò a esplorare nuovi soggetti e tecniche, affrontando temi diversi come figure, animali e paesaggi, sempre con un'attenzione particolare agli effetti della luce e al sentimento profondo delle cose. Micheli si sposò nel 1888 con Guglielmina Paganucci, nipote dello scultore Giovanni Paganucci, e il matrimonio, celebrato nonostante l'opposizione della famiglia di lei per l'incerta situazione economica di Micheli, segnò l'inizio di un periodo di grande fervore artistico e personale. La coppia ebbe due figli, Alberto e Gina Maria, e l'aumento delle responsabilità familiari spinse Micheli verso l'insegnamento, attività che svolse con passione e dedizione. Nel 1894, Micheli fondò e diresse una scuola di disegno a Livorno, frequentata da molti giovani talenti, tra cui spicca il nome di Amedeo Modigliani, che sarebbe diventato uno dei più grandi artisti del XX secolo. Altri allievi di rilievo furono Llewelyn Lloyd, Manlio Martinelli e Gino Romiti. Lo studio di Micheli divenne un punto di incontro per artisti e intellettuali, e durante i mesi estivi era frequente la presenza di Giovanni Fattori. Micheli partecipò a numerose esposizioni, tra cui la Promotrice fiorentina, l'Esposizione di Belle Arti a Roma e l'Esposizione Nazionale di Milano. Le sue opere furono apprezzate per la loro luminosità e per la capacità di catturare l'essenza del paesaggio marino, che divenne uno dei suoi soggetti prediletti nella maturità artistica. Oltre alla pittura, Micheli si dedicò anche all'acquarello, al pastello, all'incisione e al disegno illustrativo per libri. La sua produzione artistica è caratterizzata da una grande varietà di soggetti e da una continua ricerca stilistica. Tra le sue opere più note ci sono "Porto di Livorno", "Strada di paese" e "Barche al porto". Nel corso della sua carriera, Micheli insegnò in diversi istituti d'arte italiani, tra cui Aqui, Iglesias, Cortona, Sassari, Caltanissetta, Bari, Pisa e Arezzo. Questa attività didattica gli permise di diffondere la sua visione artistica e di influenzare le generazioni future. Guglielmo Micheli morì a Livorno il 7 settembre 1926, lasciando un'eredità artistica significativa e un'impronta indelebile nella storia dell'arte italiana. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private e continuano a essere oggetto di studio e ammirazione.
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