La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Giuseppe Molteni ( Affori 1800 - Milano 1867). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Giuseppe Molteni nacque il 30 marzo 1800 ad Affori, un quartiere di Milano, in una famiglia di umili origini. La sua passione per l'arte lo portò, all'età di quindici anni, ad iscriversi all'Accademia di Brera nel 1815, dove seguì i corsi di disegno sotto la guida di Giuseppe Longhi. Tuttavia, a causa di difficoltà economiche, fu costretto ad abbandonare gli studi accademici e a cercare un'occupazione che gli permettesse di guadagnarsi da vivere pur rimanendo in contatto con il mondo dell'arte. Molteni si trasferì a Bologna per apprendere l'arte del restauro pittorico come allievo di Giuseppe Guizzardi. Questa esperienza si rivelò fondamentale per la sua carriera, poiché al suo ritorno a Milano divenne uno dei restauratori più richiesti dell'epoca, ottenendo incarichi di consulenza da prestigiose istituzioni come il Louvre e il British Museum, oltre che da collezionisti e conoscitori di tutta Europa. Nonostante il successo come restauratore, Molteni non trascurò la pittura. Nel 1828, inaugurò un genere di ritrattistica caratterizzato dalla minuziosa rappresentazione di costumi e ambientazioni sontuosi, che gli valse un grande successo e lo mise in competizione diretta con il celebre Francesco Hayez. Tra le personalità da lui ritratte vi furono Gioachino Rossini, Alessandro Manzoni e Massimo d'Azeglio. Il 1837 fu un anno di svolta per Molteni: durante un soggiorno alla corte di Vienna per dipingere il ritratto dell'Imperatore Ferdinando I, venne a contatto con la pittura Biedermeier e strinse amicizia con il pittore Friedrich von Amerling. Questo periodo segnò anche il suo passaggio alla pittura di genere, con scene di vita quotidiana contemporanea che riscossero immediato successo presso pubblico e critica. Molteni partecipò regolarmente alle esposizioni della Brera, ma dalla metà degli anni '50 del XIX secolo la sua presenza divenne meno frequente, fino a cessare del tutto quando nel 1854 fu nominato curatore della galleria dell'Accademia e smise di dipingere. Le sue opere spaziavano dalla rappresentazione dell'opulenta borghesia alle scene di umile povertà, senza mai assumere un tono di denuncia sociale, ma piuttosto mostrando una spiccata capacità di declinare in varie modalità la pittura di costume. Tra i suoi dipinti più noti vi sono "La signora di Monza", "La derelitta (La morte del bimbo)", e "La povera mendicante". Molteni fu anche un interprete della pittura ispirata alle opere letterarie di Alessandro Manzoni, con dipinti che confermano il suo interesse per il mondo degli umili, trattato con un approccio aneddotico e narrativo. La sua fama come ritrattista fu consacrata definitivamente dall'opera "Ritratto di gruppo della famiglia Barbiano di Belgiojoso d'Este", che risalta per l'impegno e per la novità dell'impianto, mai visto a Milano prima di allora. In questa tela, oltre alla rappresentazione degli abiti, Molteni riuscì a catturare l'orgoglio e la tenerezza di una madre nei confronti dei suoi figli, simbolo di un'aristocrazia che assicurò a Milano un ruolo di primo piano durante il periodo della Restaurazione. Le quotazioni delle opere di Molteni variano dai 4.000 ai 9.000 euro per i ritratti fedeli, mentre i soggetti che raffigurano condizioni umane desolate si attestano tra i 4.000 e gli 8.000 euro. Un record di aggiudicazione è stato raggiunto nel 2015, quando una grande tela con una ricca scena di genere fu venduta per 56.000 euro. Giuseppe Molteni morì a Milano l'11 gennaio 1867, lasciando un'eredità artistica significativa e un'impronta indelebile nella storia dell'arte lombarda del XIX secolo.
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