La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Alfredo Muller ( Livorno 1869 - Parigi 1939). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Alfredo Müller nacque a Livorno il 30 giugno 1869, in una famiglia benestante di origine svizzera dedita al commercio del cotone. La sua educazione artistica iniziò probabilmente come allievo esterno presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ebbe modo di frequentare le lezioni di Giuseppe Ciaranfi e Michele Gordigiani. Già in giovane età, Müller mostrò un talento eccezionale per la pittura e l'incisione, tanto che a soli diciassette anni, nel 1886, espose le sue opere insieme a quelle di artisti del calibro di Fattori e Lega alla Prima Esposizione di Belle Arti a Livorno. La svolta nella vita di Müller avvenne nel 1888, quando, a seguito di dissesti finanziari della sua famiglia, si trasferì a Parigi. Qui, sotto la guida di François Flameng e, successivamente, di Carolus-Duran, iniziò a distaccarsi dalla pittura accademica per avvicinarsi alle ricerche cromatiche e luministiche degli impressionisti, in particolare di Monet e Pissarro. Questo periodo parigino fu cruciale per la sua formazione artistica; Müller divenne presto un abile incisore, contribuendo significativamente al rinnovamento dell'acquaforte a colori nella capitale francese durante la Belle Époque. Il suo stile si caratterizzava per la capacità di fondere le tecniche impressioniste con influenze post-impressioniste, giapponiste, simboliste e Art Nouveau, creando opere di grande maestria e originalità. Tra le sue incisioni più note, realizzate principalmente tra il 1896 e il 1906, si ricordano "La Liseuse" e "Verlaine au café Procope", che testimoniano la sua abilità nel catturare momenti di vita quotidiana con sensibilità e attenzione ai dettagli. Durante i suoi anni in Francia, Müller alternò frequenti viaggi in Italia, dove continuò a esporre le sue opere, suscitando vivaci dibattiti tra i sostenitori e i detrattori del cosiddetto "mullerismo". Questo termine fu coniato per descrivere il carattere distintivo e innovativo delle sue opere, che dividevano l'ambiente artistico fiorentino di fine Ottocento. Nonostante il successo e il riconoscimento ottenuti, la vita di Müller non fu priva di difficoltà. La crisi finanziaria della sua famiglia lo costrinse a emigrare a Parigi, dove dovette affrontare le sfide di vivere e lavorare in un ambiente culturale diverso. Tuttavia, queste esperienze arricchirono ulteriormente la sua arte, permettendogli di sviluppare un linguaggio visivo unico che lo distingueva come uno dei più importanti artisti del suo tempo. Alfredo Müller morì a Parigi il 7 febbraio 1939, lasciando un'eredità artistica di grande valore. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di sintetizzare diverse correnti artistiche in uno stile personale e distintivo. Le sue incisioni, dipinti e disegni sono conservati in importanti collezioni pubbliche e private in tutto il mondo, testimoniando l'importanza e l'influenza di questo artista eccezionale nella storia dell'arte moderna.
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