La Galleria Ponti compra opere e quadri del pittore Arturo Nathan ( Trieste 1891 - Biberach 1944 ). Forniamo informazioni su prezzi, valore attuale di mercato, quotazioni, valutazioni e stime.
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Arturo Nathan nacque a Trieste il 17 dicembre 1891, in una famiglia ebraica benestante. Suo padre, Jacob Nathan, era un agiato commerciante, e sua madre, Alice Luzzatto, proveniva anch'essa da una famiglia ebraica. Nonostante le aspettative familiari, Nathan scelse di non seguire le orme paterne nel commercio, orientandosi invece verso l'arte, una passione che coltivò in modo autodidatta. La sua formazione artistica non seguì i canoni accademici tradizionali, ma fu piuttosto il risultato di un percorso personale di ricerca e sperimentazione. Già nei primi anni Venti del Novecento, Nathan iniziò a emergere nel panorama artistico per il suo stile distintivo, che si collocava all'interno del movimento mitteleuropeo, vicino a quello di pittori come Giorgio de Chirico. La sua arte si caratterizzava per un forte simbolismo, carico di elementi magici e metafisici, espressi attraverso pennellate nervose e tonalità cupe. Nel 1925, la svolta nella sua carriera artistica avvenne quando conobbe Giorgio de Chirico a Roma. Questo incontro fu decisivo per l'evoluzione del suo stile, che si avvicinò al Post-espressionismo e al Realismo magico. L'influenza di de Chirico fu evidente nell'opera di Nathan, che iniziò a esplorare temi legati al mistero della vita, alla solitudine e alla contemplazione, attraverso immagini e forme che cercavano di catturare l'essenza enigmatica dell'esistenza. La vita di Nathan fu segnata da momenti di grande creatività, ma anche da periodi di profonda solitudine e disperazione. Questi stati d'animo trasparivano chiaramente dalle sue opere, che spesso ritraevano mondi immaginari e metafisici, popolati da figure solitarie immerse in paesaggi onirici e surreali. La sua arte diventò un mezzo per esprimere la sua visione del mondo, una visione in cui la realtà e l'immaginazione si intrecciavano in modo indissolubile. Nonostante il riconoscimento ottenuto nel corso della sua carriera, Nathan dovette affrontare le tragiche conseguenze delle leggi razziali fasciste e dell'ascesa del nazismo. La sua origine ebraica lo rese un bersaglio delle persecuzioni razziali, che culminarono con la sua deportazione nel campo di concentramento di Biberach, in Germania, dove morì nel 1944. La sua morte segnò la fine tragica di un artista che aveva dedicato la sua vita all'esplorazione delle profondità dell'animo umano attraverso l'arte. Nonostante la sua scomparsa, l'opera di Arturo Nathan continua a essere celebrata e studiata per la sua unicità e profondità. Le sue pitture e i suoi disegni sono considerati esempi significativi del Realismo magico e del Post-espressionismo, testimoniando la capacità dell'arte di esplorare e rappresentare le complessità dell'esistenza umana. Nathan è ricordato come un artista che, attraverso la sua solitudine e la sua contemplazione, è stato in grado di creare mondi immaginari in cui la disperazione e la bellezza coesistono, offrendo allo spettatore una visione profondamente umana e toccante della realtà.
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